Un’ora e mezza per uscire dal porto di Bari. A denunciarlo un passeggero di ritorno dall’Albania che ha lanciato un appello al neo presidente dell’Autorità portuale, Ugo Patroni Griffi. “Forse c’è qualcosa che non va con la gestione della mobilità di questa banchina – spiega Maurizio Difronzo – È organizzato meglio il porto di Durazzo. Non si può attendere da oltre 1 ora e 20 di uscire dal porto di Bari, facendo una folle inversione di marcia con i flussi di traffico che si incrociano in uscita dal traghetto, con bambini ai bordi, famiglie ed auto bloccate nel traghetto. Facciamo davvero una figuraccia”.
Negli ultimi anni, con l’aumento dei flussi in partenza e in arrivo (solo nel 2016 sono transitati dallo scalo di Bari oltre un milione e mezzo di passeggeri di cui 400mila per le crociere), la situazione all’interno del porto è andata sempre più peggiorando: mancano gli spazi per gestire numeri così importanti. A confermarlo lo stesso Patroni Griffi in risposta al passeggero. “Quest’anno grazie anche alla sinergia con le forze dell’ordine la situazione è migliore rispetto agli anni precedenti. Tuttavia il problema è rappresentato da un lato dalla congestione del porto (privo del completamento di Marisabella) e dall’altro dall’obsolescenza e inadeguatezza della stazione marittima. Problemi atavici sulla cui risoluzione sto lavorando con i tecnici dell’autorità”. L’Autorità portuale ha provveduto ad ampliare gli orari di apertura dei varchi, ma i problemi restano, legati al congestionamento a causa della presenza di più traghetti contemporaneamente e all’incremento dei controlli per l’allerta terrorismo. “Nel lungo periodo – aggiunge il presidente – la soluzione è il completamento di Marisabella. Nel medio (autunno) l’aumento dei varchi. Con la Regione abbiamo inoltre sottoposto al Governo l’opportunità di un accordo con l’Albania per anticipare i controlli all’imbarco, come avviene altrove”.