Deve scontare una pena residua di otto mesi e 29 giorni di reclusione, senza sospensione, per i reati di estorsione aggravata anche dal metodo mafioso, Tommaso Pacilli, il pregiudicato classe 1971 arrestato stamattina a Monte Sant’Angelo dalla Polizia di Stato. Il personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Bari e Foggia, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ha eseguito l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello del Tribunale di Bari. I fatti, accertati dalle indagini svolte dai suindicati Uffici, sono stati commessi nel dicembre 2010 e nel gennaio 2011 a Monte Sant’Angelo (Foggia) in danno di esercizi commerciali della zona.
L’arrestato è fratello del noto pregiudicato Giuseppe Pacilli, nato a Monte Sant’Angelo (FG), un anno più giovane, detto “Peppe u’ montanar”, pluripregiudicato anche per associazione di stampo mafioso ed omicidio, già inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno. Questi è noto elemento di spicco della c.d.“mafia del Gargano”, appartenente al clan “Libergolis” che da anni si contrappone al clan dei “Romito”. A carico di quest’ultimo, lo scorso 4 luglio, personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Bari aveva dato esecuzione ad ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello del Tribunale di Bari, dovendo espiare la pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di estorsione pluriaggravata, anche dall’utilizzo del metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco; reati commessi in Monte Sant’Angelo, sempre negli anni 2010 e 2011.
Il provvedimento restrittivo emesso a carico di Pacilli era stato eseguito presso la Casa Circondariale dell’Aquila ove lo stesso si trovava detenuto in espiazione di pena definitiva in carcere per altra causa. Contestualmente, analogo provvedimento restrittivo era stato eseguito anche a carico del pregiudicato Matteo Pettinicchio, classe 1985, di San Giovanni ROtondo ma residente a Monte Sant’Angelo, che deve scontare 5 anni, 5 mesi e 21 giorni di reclusione per i reati di estorsione e rapina pluriaggravata, anche dall’utilizzo del metodo mafioso, commessi insieme ai fratelli Pacilli.