Il gup del Tribunale di Bari Roberto Oliveri del Castillo ha condannato alla pena di 16 anni di reclusione e 1.600 euro di multa il pregiudicato 53enne barese Cosimo Damiano Panza, imputato per violenza sessuale ai danni di una dipendente di un ufficio aperto al pubblico, sede di una associazione di consumatori nel centro di Bari, commessa il 6 ottobre del 2016 mentre l’uomo – all’epoca detenuto nel carcere di Lecce – era in premesso premio.
La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il giudice ha accolto pienamente le richieste dell’accusa, rappresentata dalla pm Simona Filoni, riconoscendo l’imputato – già condannato venti anni fa per un’altra violenza sessuale – responsabile dei reati di sequestro di persona, rapina aggravata, violenza sessuale, porto abusivo di arma bianca e furto.
Il giudice ha inoltre condannato l’uomo al risarcimento danni nei confronti della vittima, da quantificarsi in sede civile, con provvisionale di 15mila euro, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e, a pena espiata, alla libertà vigilata per la durata di cinque anni. Stando alla denuncia della vittima e alle successive indagini dei Carabinieri, il 53enne si sarebbe introdotto in pieno giorno nell’ufficio con una scusa e avrebbe poi estratto dalla tasca un coltellino a serramanico minacciando la donna, una 27enne, che in quel momento si trovava sola.
“Dammi i soldi o ti taglio tutta” le avrebbe detto, facendosi consegnare 15 euro che aveva in borsa. Sotto la minaccia della stessa arma, l’uomo l’avrebbe poi costretta a seguirlo in bagno e abusato di lei. La vittima sarebbe poi riuscita a fuggire e chiedere aiuto, rifugiandosi in un bar. Prima di darsi alla fuga, Panza avrebbe rubato altri 350 euro da una borsa lasciata in ufficio da un’altra dipendente che era in pausa pranzo.