Continuano, nella Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” di Bari, le Piccole mostre preziose, il calendario di mini- iniziative espositive a cadenza quindicinale, pensate per far conoscere al grande pubblico opere d’arte di grande interesse, ma non sufficientemente note o in alcuni casi mai esposte prima.
Dopo il primo appuntamento dedicato a I bambini e il loro mondo, a partire da domani, mercoledì 19 luglio e fino al 27 dello stesso mese, sarà possibile visitare la mostra sul tema “Il fascino dell’Oriente negli artisti pugliesi tra Otto e Novecento”.
Attraverso opere di Francesco Netti, Antonio Piccinni, Michele De Giosa, Angelo Domenico Cives, questa mini–mostra illustra un genere che, nato alla fine del Settecento sull’onda del romanticismo, si affermò particolarmente nel secolo successivo, legandosi al fenomeno del colonialismo, e perdurò almeno sino ai primi decenni del Novecento, investendo particolarmente la pittura e l’architettura, ma anche la scultura, la grafica, gli arredi e le arti decorative. Il breve itinerario tracciato dalla mostra può essere completato dalla visita della saletta dell’Ottocento, dove sono esposte altre opere di Francesco Netti e di Giuseppe De Nittis incentrate sulle stesse tematiche.
Per agosto sono previste delle proposte monografiche su due grandi esponenti della pittura meridionale: si parte da Francesco Saverio Altamura e la pittura di storia, dal 29 luglio al 10 agosto, con l’esposizione dello spettacolare dipinto La X Legione, mai esposto a Bari, e del bozzetto raffigurante Mario vincitore dei Cimbri; a seguire Le donne di Vincenzo Irolli, dal 12 agosto al 7 settembre, un affascinante percorso dedicato all’universo femminile, rappresentato in diverse delicate tele del pittore napoletano, quali La preghiera, La lettura e La bambola in castigo. L’ultimo appuntamento della serie riguarda I dipinti meno noti di Francesco Netti, dal 9 al 24 settembre, e porterà in esposizione opere da tempo non esposte in Pinacoteca, tra cui il monumentale Sant’Effremo e due studi di San Giuseppe Calasanzio.