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Vite straordinarie nell’ultimo disco di Francesca Romana Perrotta

Pubblicato da: Giuseppe Fraccalvieri | Sab, 8 Luglio 2017 - 07:45

Le cose non accadono per caso è il nuovo singolo dall’ultimo album di Francesca Romana Perrotta, L’ora di mezzo, uscito lo scorso mese di giugno. Per la cantautrice salentina, quanto nel titolo del singolo incarna “uno dei miei pensieri-guida, perché credo fermamente che ciò che accade nella nostra esistenza non sia quasi mai casuale. Anche quando sembra che tutto sia “distorto”, le cose seguono un loro filo logico, un loro disegno. Non avrei mai pensato di scriverci una canzone, eppure una sera sono scesa in cantina e, in pochi minuti, parole e musica sono sgorgate libere e perfettamente incollate. È stata un’ispirazione felice e liberatoria”. Anche il nome del suo terzo album è indicativo, perché va ad indicare un momento del giorno che è sospeso; nelle canzoni la cantautrice salentina fa rivivere alcune protagoniste del mito e della storia: Medea, Elena di Troia, Penelope, Lucida Mansi (una contessa assassina), Maria Antonietta. L’ora di mezzo ha visto i seguenti musicisti affiancare Francesca Romana Perrotta: Tommaso Graziani (batteria), Francesco Cardelli (basso), Giuseppe Bonomo e Massimo Marches (entrambi alle chitarre), Gianluca De Rubertis e Cristian Bonato (entrambi al pianoforte e tastiere). Francesca Romana Perrotta negli anni ha collaborato con nomi di grande rilievo della scena musicale italiana, come Teresa De Sio, Cristiano De André e Luigi Pacifico. In questa sua nuova prova, si segnala Gianluca De Rubertis (Il Genio). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, come vincitrice al Festival Musicultura (nel 2007, 2010, 2016), del Premio De André (2009), del Premio Civilia (2016). L’Ora di mezzo segue i due album Vermiglio (2008) e Lo Specchio (2011).

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“Le cose non accadono per caso” è un “pensiero-guida” per Francesca Romana Perrotta.

Nella vita mi sono accadute cose straordinarie, brutte e belle: potrei scriverci un romanzo e credo molti penserebbero ad una storia inventata, per l’incredibile quantità, varietà ed intensità dei fatti che ho vissuto. Oggi, ripensando a tutto questo, ho capito che questa mia esistenza sopra le righe ha un senso, e si ricollega al mio impegno sociale verso il mondo femminile. Cosa che faccio attraverso le mie canzoni, anche in questo nuovo album.

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Che significato ha l’ora di mezzo per Francesca Romana Perrotta?

Quest’ora rappresenta proprio il punto in cui mi sento collocata io stessa, tra la luce e l’ombra. Un punto interessante, che ti fa vedere ancora le cose per ciò che sono, ma che lascia spazio all’immaginazione. Ne L’ora di mezzo, l’atmosfera che si respira è proprio questa e non a caso le tracce sono ordinate in modo da passare dalla luce all’ ombra.

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Questo disco può contare su importanti contributi di musicisti ospiti.

Ho sempre lavorato molto da sola, sin dai primi approcci con scrittura e composizione delle mie canzoni. Quando però ho incrociato nel mio cammino i personaggi giusti ho voluto portarli con me, nella mia musica. Gianluca De Rubertis e Cristiano De André, in particolare, hanno qualcosa che mi accomuna al loro vivere la musica. Ne L’ora di mezzo, Gianluca ha suonato tutte le tastiere e duettato con me nel brano più intimo dell’album, Io sono l’egoista. Ed è stato un innesto perfetto.

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Perché per questo album sono così centrali le protagoniste femminili del mito e della storia?

Queste figure sono venute a me in modo naturale. Non “per caso”, ma dandomi segnali chiari perché io mi avvicinassi a loro e dessi voce alla loro storia. Sono state scelte così, seguendo i segnali che incontravo per strada. Sono accomunate da storie straordinarie, vite tormentate e un modo di vivere fuori dal comune, nel bene e nel male: così come succede a me.

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Cosa lega Francesca Romana Perrotta al Salento?

Sono profondamente legata alla mia terra e non riesco a farne a meno. Ci torno continuamente. Lì ritrovo la luce perfetta e soprattutto lo spirito rock che poi filtra nelle mie canzoni. Come cantautrice sono fiera delle sbavature, della sgrammaticatura della mia musica che resta fedele a quel violento vento di tramontana che sconvolge le chiome degli ulivi salentini.

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