Terzo posto nella classifica dei reati ambientali accertati (2.339), prima regione per numero di arresti (35): Puglia protagonista suo malgrado nel Rapporto Ecomafia 2017, elaborato da Legambiente. I dati riguardano l’attività investigativa coordinata tra le forze dell’ordine impegnate al contrasto del traffico dei rifiuti, abusivismo edilizio, incendi boschivi, racket degli animali, agromafia, affari illeciti nel settore dei beni culturali e green economy. Nello specifico, per le infrazioni legate al ciclo del cemento e dei rifiuti la Puglia è seconda (644 reati) con 760 denunce e 294 sequestri.
Nella classifica italiana dell’illegalità dello smaltimento illegale dei rifiuti, Bari e la sua provincia sono al quarto posto (165 infrazioni), dopo Napoli, Reggio Calabria e Roma. Il capoluogo pugliese compare anche nella graduatoria dei reati sulla fauna con l’ottavo posto (179 infrazioni), il 3 per cento del totale nazionale. Fuori dalla top 10 invece per il ciclo del cemento.
“Questi numeri vanno visti anche in positivo – spiega nel video Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia – sono il frutto dell’ottimo lavoro portato avanti dalla magistratura che può contare da due anni sulla Legge 68, quella dedicata agli ecoreati”.
In Italia il fatturato dell’ecomafia scende a 13 miliardi di euro nel 2016, con 71 reati al giorno, tre ogni ora.