Con l’arrivo di Floro Flores a Bari, questa rubrica si era occupata di spiegare l’improprio utilizzo della dicitura “prestito con obbligo di riscatto”, dichiarando l’impossibilità che il Chievo potesse imporre alla Fc Bari 1908 il riscatto obbligatorio della “metà di Floro Flores” a fine stagione.
In questi giorni, la stessa affermazione è stata confermata dai fatti. Il prestito del centroavanti, infatti, scade a fine mese e nessuno può obbligare la società biancorossa a riscattarlo, non fosse altro che con ogni probabilità lo stesso giocatore nella nostra città non vedrebbe soddisfatte le sue aspettative contrattuali.
Nel Bari della stagione 2016/2017, parecchi calciatori hanno giocato in prestito da altre società e per tutti loro alla fine di questo mese si deciderà se esercitare o meno il riscatto dai clubs di provenienza. Tale status, infatti, ricadeva su Capradossi, Suagher, Daprelà, Ivan, Macek, Fedele, Parigini Galano e Raicevic. Per quest’ultimi due, le pagine dei giornali parlano nuovamente di riscatto obbligatorio, notizia che necessita il richiamo a quanto già sostenuto tempo fa. Obbligo che, nonostante fortemente blasonato, la normativa sportiva della F.I.G.C. e della FIFA non prevedono e sanciscono in nessun atto scritto. Nella prassi, il prestito con obbligo di riscatto è solo un espediente che permette alla squadra che acquista di non inserire a bilancio la spesa per il giocatore, tranne per quanto riguarda lo stipendio, e di rivalersi sull’ammortamento del valore del giocatore fino a quando non verrà esercitato il riscatto, eventuale. Nessuna normativa e nessuna legge lo disciplina o lo vieta, ne consegue che come spesso accade se qualcosa non è menzionato, i più pensano che non sia vietato. La mancanza di una normativa determina una carenza di tutele a riguardo. Succede, quindi, che nessuno vieta la previsione dell’obbligo e, contestualmente, nessun’altro può pensare di avere una garanzia legale se non dovesse essere soddisfatto da ciò che accade. Ne consegue che se informalmente viene previsto un obbligo di riscatto per un calciatore e poi si venga meno alla parola data, l’acquirente non può rivalersi sulla società che non ha rispettato l’accordo. È probabile che decida di non intraprendere più affari con la medesima società, ma non potrebbe mai adire le vie legali per questo motivo. Il futuro di Galano e Raicevic, quindi, è da ritenersi incerto, così come quello di tutti gli altri. L’unica forma giustificherebbe un obbligo di riscatto è la scrittura privata, tramite la quale le due parti, proponente e accettante, potrebbero trovare un accordo in base a un negozio giuridico e in base a un rapporto obbligazionario che porti a un riscatto alla fine della “prova”. Tale possibilità, avendo tutte le caratteristiche delle clausole vessatorie, ovvero regole contrattuali predisposte da uno dei contraenti, volte a stabilire limitazioni di responsabilità, facoltà di recedere dal contratto o di sospenderne l’esecuzione, ovvero a porre a carico dell’altro contraente decadenze, limitazioni o restrizioni della libertà contrattuale nei rapporti con i terzi, per le quali era richiesta una specifica approvazione per iscritto. (art. 1341 c.c.) deve essere approvata dal calciatore con espressa dichiarazione di accettazione di ogni conseguenza dell’esercizio o meno dei diritti di opzione da parte della società cessionaria.
Ad oggi, il Bari sembra interessato a far valere il suo diritto di riscatto, ovvero la possibilità data ad una società di acquistare un determinato sportivo, dopo aver goduto delle sue prestazioni per un determinato periodo, nei confronti di Fedele e Capradossi. Per quanto concerne quest’ultimo, dopo che qualche giorno fa la società barese ha esercitato il diritto di riscatto, il club romano ha prontamente ripreso il difensore pagando il contro riscatto.
Diversamente, i calciatori di proprietà pugliese che hanno giocato in altrove e che potrebbero tornare a Bari sono, invece: Catturano da Lecce, Di Noia dalla Ternana e Castrovilli dalla Fiorentina.
Il calcio mercato estivo è ancora all’inizio e nell’aria si intravede la possibilità che l’età media della rosa scenda ma quel che certo è che nessuno potrà obbligare la società barese a mantenere giocatori non utili alle squadra e alle idee del nuovo mister Fabio Grosso.