Pochi trasferimenti, docenti in attesa di una cattedra, dopo anni di precariato e un organico di diritto per la Puglia ancora risicato. A fotografare la situazione è la Cisl scuola. Per la primaria le immissioni in ruolo saranno 119 per i posti comuni e 156 per il sostegno (divisi tra vincitori di concorso e iscritti nella graduatoria); per la scuola dell’infanzia 120 per il sostegno e 127 per il posto comune.
“Sono davvero pochi i posti di ruolo in Puglia – spiega Roberto Calienno, segretario regionale della Cisl scuola – per aumentare l’organico occorre aumentare il tempo scuola anche utilizzando misure di accompagnamento provenienti dalla Regione Puglia (risorse FSE). Diventa indispensabile uscire da una logica puramente numerica per l’attribuzione degli organici e superare il principio dei posti in deroga sul sostegno. Non è più accettabile che i diritti dei giovani diversamente abili vengano riconosciuti solo in deroga. Tutti i posti, o almeno la quasi totalità dei posti in deroga, devono essere garantiti già in organico di diritto. Se così non dovesse essere, i numeri dei docenti non soddisfatti dalla mobilità continueranno a crescere”.
Intanto negli ultimi due mesi sono cresciute le sentenze che riconoscono il diritto al rientro di coloro che sono stati danneggiati dall’algoritmo della mobilità: si tratta di sentenze che hanno portato lo Stato a pagare spese processuali tra i 1500 e i 2mila euro a giudizio. “Ma non si tratta di risorse pubbliche che lo Stato continua a sperperare? – conclude Calienno – non era più semplice, più giusto e vantaggioso rifare la mobilità errata?”