“Il vostro servizio rappresenta veramente un bene pubblico per il mondo”. È uno stralcio della lettera inviata dal presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, al direttore del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari, Michele Di Lorenzo della Cooperativa Auxilium che gestisce la struttura, dopo una visita (di cui non si era avuta notizia) fatta durante il G7 Economico che si è tenuto nel capoluogo pugliese lo scorso maggio.
Il contenuto del messaggio è stato reso noto da Di Lorenzo questa mattina, durante un sopralluogo con la stampa all’interno del Cara, organizzata dal coordinatore regionale di “Noi con Salvini”, Rossano Sasso, che, verificando le condizioni della struttura, ha parlato di “mondo al contrario” e di “migranti trattati meglio degli italiani”.
Attualmente nel Cara di Bari ci sono 1.856 migranti, provenienti da 30 Paesi di Asia e Africa, circa 300 in più della reale capienza. La maggior parte dei richiedenti asilo è di fede musulmana (circa 1.400), mentre la comunità più numerosa è quella dei nigeriani (427). Fra i migranti 1.736 sono uomini, 107 donne e 13 minori, alcuni dei quali nati a Bari da donne sbarcate nei mesi scorsi in avanzato stato di gravidanza. Alcune di loro, giunte sole e incinta, hanno raccontato agli assistenti psico-sociali di essere state stuprate durante il viaggio. Ci sono 21 nuclei familiari. “Il tempo medio di permanenza è di 8-9 mesi se la richiesta di asilo va a buon fine – spiega Michele Di Lorenzo – ma arriva anche ad un anno e mezzo in caso di diniego e ricorso”.
Ai richiedenti asilo della struttura sono dedicati numerosi servizi e attività. Nel presidio sanitario con due medici presenti h24, gli ospiti del centro vengono sottoposti ad uno screening iniziale soprattutto per individuare eventuali malattie infettive, come scabbia e tubercolosi, e poi monitorati e curati per eventuali altre patologie, dal diabete al cancro e ai disturbi psichiatrici.