Un altro intenso fine settimana attende gli appassionati di musica all’Eremo Club di Molfetta. Proposte molto diverse in grado di coinvolgere un pubblico eterogeneo: da una parte una delle giovani rock band del momento, Management del dolore post-operatorio, dall’altra un balzo a ritroso nella new wave italiana con l’ultimo tour di Garbo.
Per la rassegna “I Concerti del venerdì” il 16 giugno alle 21.30 Management del Dolore Post-Operatorio, duo abruzzese composto da Luca Romagnoli e Marco Di Nardo porta il suo “Un incubo stupendo tour” all’Eremo Club. Il quarto disco della band di Lanciano è stato pubblicato il 10 marzo dall’etichetta La Tempesta, a cinque anni di distanza dall’esordio con “Auff!”. Da allora sono stati centinaia i palchi calcati in Italia e all’estero, tra cui lo Sziget Festival di Budapest e il Popkomm di Berlino fino ad arrivare al concertone del Primo Maggio di Roma nel 2013, dove vengono prima censurati e poi denunciati per la loro discussa esibizione. Il ritorno dei MaDe DoPo, a due anni di distanza da “I Love You” è stato annunciato lo scorso autunno dal primo singolo di grande successo Naufragando e dal secondo singolo, la title-track . Ad affiancare i due in studio e in tour, Imuri, band di Teramo, composta da Lorenzo Castagna (chitarra), Antonio Atella (basso) e Valerio Pompei (batteria). Soundtrack della serata a cura di Djones, Pino Ursi, FrenchKiss.
Sono passati più di 35 anni dall’esordio di GARBO, al secolo Renato Abate, figura di primo piano della new wave italiana sin dal lontano 1981, quando esordisce con il seminale “A Berlino… va bene”, uno dei 100 album italiani migliori di sempre, secondo la rivista Rolling Stone. Ora il sofisticato cantautore milanese ha deciso di fermarsi, dopo il recente doppio album dal vivo “Garbo Living 2016”. “Questi appuntamenti live hanno per me una valenza speciale – ha scritto l’artista sui suoi canali social – non rappresentano solo la chiusura di un percorso concertistico pluri-decennale, ma determinano un profondo significato filosofico e attitudinale, in quanto rappresentano l’unico modo che conosco per promozionare la mia arte e la mia figura”.