Le tabelle rielaborate dal quotidiano Repubblica rivelano una situazione già conosciuta all’Ateneo di Bari, e in profonda controtendenza con il resto dell’Italia. L’Università Aldo Moro ha registrato un calo di iscrizioni dell’1,7 per cento. Peggio sono andati ad esempio Tor Vergata, Cosenza e Urbino. Ma la maggior parte degli atenei ha invece registrato un segno più, tanto da fare entusiasmare il ministero che ha parlato proprio di controtendenza rispetto al passato, grazie alla crescita delle iscrizioni. Cosa che però non è avvenuta per Bari.
Gli studenti chiedono al rettore Antonio Uricchio di intervenire al più presto, a cominciare da un nuovo regolamento tasse. “In un quadro che vede impennate nelle iscrizioni e boom di presenze in gran parte degli Atenei italiani – spiega Anna Santamaria, consigliere di amministrazione per la coalizione Up – l’Ateneo barese continua a collocarsi nelle fasce in perdita. Le statistiche elaborate comparando dati di gennaio 2016 con gennaio 2017 non devono confortare: a fronte di un incremento degli iscritti su scala nazionale, le singole classifiche per Ateneo lasciano poco spazio all’esultanza. L’indagine apre però una doverosa riflessione sulla situazione in UniBa: complici le tasse universitarie, insostenibili per moltissime famiglie, continua da anni un sensibile calo di iscrizioni, segnale del fatto che qualcosa non funziona. È arrivato il momento – conclude – di ripensare del tutto la contribuzione studentesca, con regolamenti tasse innovativi basati sulle esigenze e sulle possibilità economiche degli studenti, con l’obiettivo di garantire il rispetto del diritto allo studio”.