Il Tribunale di Bari, sezione Fallimentare, ha dato il via libera al concordato chiesto da Ferrovie Sud Est. Si tratta di un primo importante passo per evitare il fallimento chiesto dalla Procura barese.
La nuova proprietà, lo scorso 15 maggio, aveva depositato una proposta di concordato, oggi è arrivato l’ok dei giudici che hanno convocato tutti i creditori per il prossimo 12 dicembre: in quella data circa 400 persone fisiche e giuridiche dovranno votare e decidere se accettare o meno la proposta di Fse.
Il concordato offerto da Ferrovie Sud Est prevede il pagamento del 100% dei debiti verso i creditori privilegiati e prededucibili, mentre i creditori chirografi riceveranno il 48,1% della somma vantata. Ad oggi, il deficit patrimoniale dell’azienda di trasporto (i debiti in sostanza) è di circa 217 milioni di euro, che si riduce a 148 milioni calcolando i 70 milioni previsti nella legge di Stabilità del 2016. L’esposizione di Fse verso i debitori è così suddivisa: 103 milioni verso le banche, Bnl su tutte, 144 milioni verso i fornitori, 1,8 milioni di debiti previdenziali, 1,1 milioni di debiti tributari, 14 verso Fsi e circa 53 milioni di debiti vari. Complessivamente, il passivo patrimoniale, invece, ammonta a circa 430 milioni. I creditori di Fse sono poco meno di 400, quelli chirografi – cioè quelli ai quali viene proposto il pagamento del 48,1% delle somme dovute – vantano crediti per 124 milioni totali.
Nel dettaglio, quindi, la proposta di concordato si articola così: oltre 61 milioni verranno impegnati per saldare i debiti con i creditori privilegiati (il 100% del totale); quasi 82 milioni, invece, andranno ai creditori prededucibili (anche in questo caso si tratta del 100%), mentre ai creditori chirografi viene offerta una torta da quasi 60 milioni di euro. Fse, però, non esclude la possibilità che l’attuale 48,1% possa salire sino al 60 o 65% massimo, che tradotto in soldoni significa una cifra che oscilla tra i 12 e i 17 milioni in più. Tutto dipenderà dalle azioni di recupero e cause civili intraprese e da intraprendere nei confronti dei vecchi amministratori della società e anche di alcuni “fornitori”.