Avrebbe strattonato i suoi piccoli alunni per “insegnargli comportamenti positivi per la convivenza sociale”. Si è giustificata così dinanzi al giudice una delle due maestre baresi, sospese dal servizio, imputate per maltrattamenti su 15 bambini di un asilo di Santo Spirito (Bari). La donna, attualmente a piede libero, ha scelto di sottoporsi ad interrogatorio durante il processo con rito abbreviato che si sta celebrando davanti al gup del Tribunale di Bari Rosa Anna De Palo.
Agli atti del processo c’è anche una lettera inviata dalle imputate alla direttrice dell’asilo in cui spiegavano che nei confronti di alcuni bambini ritenuti “prepotenti” e “esuberanti” era stato necessario ricorrere al cosiddetto “metodo della punizione”. L’insegnante ha infatti negato di aver mai avuto comportamenti violenti ma ha parlato di punizioni come strumenti educativi. Stando alle indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Simona Filoni, le due insegnanti avrebbero invece esercitato vera e propria violenza fisica e psicologica sugli alunni, tutti di età compresa fra i due anni e mezzo e i tre anni e mezzo, attraverso “schiaffi, colpi sferrati su tutto il corpo, strattonamenti, pedate, calci, forti scossoni sugli arti superiori, accompagnati anche dalla immobilizzazione delle mani finalizzati a costringere i bambini a stare fermi, trascinamenti lungo il pavimento, colpi dietro la nuca e una serie di terribili vessazioni e torture psicologiche, seguite da urla, minacce e gravi ingiurie”.
Le indagini, supportate anche da video, avrebbero documentato fra il 31 marzo e il 29 aprile 2016 ben 37 episodi di presunti maltrattamenti che portarono anche all’arresto delle due maestre. Nel processo, che proseguirà il 18 settembre con la requisitoria della Procura, sono costituiti parte civile sei dei quindici bambini presunte vittime dei maltrattamenti.