Una mannaia rischia di abbattersi sugli attuali 240 laboratori di analisi privati della regione. La Puglia deve adeguarsi ad una legge nazionale del 2006, la norma prevede che i centri debbano garantire almeno un minimo di 200mila prestazioni all’anno. Delle 240 strutture regionali pochissime raggiungono questo limite: secondo i dati degli ultimi anni, infatti, 123 strutture non arrivano alle 50mila prestazioni annuali, altri 110 si fermano sotto 100mila e solo 8 laboratori sfiorano la soglia delle 200mila prestazioni. Questo significa che potrebbero scomparire, in teoria, 230 laboratori.
“Per andare incontro alle esigenze dei laboratori – spiega Giancarlo Ruscitti, direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia – abbiamo stabilito due step: entro il primo gennaio 2018 le strutture dovranno garantire almeno 100mila prestazioni, dal primo gennaio 2019 si salirà a 200mila”. In sostanza, i laboratori hanno un anno e mezzo di tempo per adeguarsi, ma come? I piccoli centri possono aggregarsi, creare delle società, fondersi in modo da creare strutture più grandi e capaci di raggiungere i paletti fissati da una legge nazionale. La Puglia, dopo oltre 10 anni, deve adeguarsi obbligatoriamente, altrimenti rischia sanzioni dal governo nazionale.