I carabinieri di Turi, con la collaborazione del personale del nucleo ispettorato del Lavoro di Bari, hanno svolto, nei giorni scorsi, un servizio straordinario mirato al contrasto dello sfruttamento del lavoro.
Le ispezioni, che hanno interessato cinque aziende agricole del territorio turese, hanno dimostrato, ancora una volta, come il lavoro sommerso sia, spesso, una realtà del tessuto socio-economico della provincia di Bari.
Gli stessi carabinieri sono rimasti colpiti dai dati acquisti: su 56 braccianti identificati, di cui solo 7 stranieri comunitari e 6 di nazionalità marocchina, 11 lavoratori, tutti di nazionalità italiana, sono risultati occupati irregolarmente.
La posizione più grave che i militari hanno riscontrato è stata quella di una ditta impegnata nella raccolta delle ciliegie, nella quale, su 11 lavoratori identificati, 6 italiani erano impiegati in nero. Ovviamente, la ditta ha dovuto chiudere i battenti. Un provvedimento, quello della sospensione dell’attività, che viene adottato quando risultano assunti irregolarmente il 20 % dei lavoratori.
L’aspetto più allarmante è che le violazioni non riguardano sempre e solo il contratto di lavoro, ma spesso interessano anche la sicurezza stessa dei braccianti, non solo per la accertata mancanza di protezione nell’ uso di attrezzature idonee, ma anche per l’ omissione nella vigilanza sanitaria. Mancanze queste che comportano inevitabili sanzioni pecuniarie e, per il titolare, la denuncia all’ Autorità Giudiziaria per violazioni in materia di lavoro.