Un’adesione che si aggira attorno all’80%. Più di 2 mila con braccia conserte fuori dalla direzione della fabbrica per manifestare il no all’annuncio di 5-6 mila esuberi dettato dal nuovo piano industriale.
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Gli operai dell’acciaieria Ilva di Taranto sono in sciopero. Un’astensione dal lavoro che ha visto grande tensione e una grande partecipazione accanto a tutte le sigle sindacali, dalla Fim Cisl all’Usb, assieme a Uilm e Fiom. “Se il governo pensa di aver messo sul tavolo – ha dichiarato Francesco Bigati, delegato Fiom Cgil, durante la grande assemblea all’aperto -, per l’ennesima volta, il ricatto occupazionale, ha sbagliato i conti. Non devono pagare sempre i lavoratori e i cittadini. Siamo pronti a mettere a ferro e fuoco la fabbrica, a occupare le strade, a manifestare a Roma, per difendere il diritto al lavoro, alla salute e un ambiente pulito”.
La protesta dei lavoratori del grande siderurgico arriva all’indomani dell’annuncio del piano industriale a seguito dell’aggiudicazione della gara indetta dai commissari di governo, per l’acquisizione del gruppo industriale da parte della cordata italo – franco – indiana, ArcelorMittal Marcegaglia, con la partecipazione di Intesa San Paolo. entro il 5 giugno dovrebbe arrivare l’ufficializzazione dell’esito della gara con il decreto governativo. Ma lo stato di agitazione dei lavoratori della più importante fabbrica italiana proseguono.