Torna la Festa dei Popoli, la manifestazione organizzata dal centro interculturale Abusuan in collaborazione con i missionari comboniani, numerose comunità straniere, associazioni, cooperative, ong, gruppi del mondo clericale e sindacale.
La dodicesima edizione andrà in scena dal primo al 3 giugno prossimi, quest’anno col sottotitolo “Origini comuni”, riempirà di suoni e immagini di Paesi lontani via Ballestrero e parco Perotti con spettacoli etnici e danze dal mondo, giochi e animazioni per bambini, canti, musica, artigianato, gastronomia, video, teatro, arte, cultura. Si partirà giovedì primo giugno, da Pane e Pomodoro, alle 16, con la marcia inaugurale aperta a tutta la città, per continuare, dalle 18 a mezzanotte a Parco Perotti.
“La Festa dei Popoli è un momento di aggregazione e di festa che coinvolge tanti soggetti – hanno detto Koblan Amissah e Taysir Hasan dell’associazione Abusuan presentando l’iniziativa – ma è anche il momento clou di un percorso, iniziato sei mesi fa, con associazioni, scuole, università e con il Comune, nel corso del quale abbiamo condiviso e pensato l’intero programma di questa dodicesima edizione. Siamo lieti che anche quest’anno la manifestazione abbia vinto il bando MigrArti indetto dal Mibact, l’iniziativa promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la valorizzazione delle culture e delle popolazioni immigrate in Italia”.
“Invito tutti a fare un volo – ha continuato padre Ottavio Raimondo, missionario comboniano – per arrivare al tema della Festa dei Popoli di quest’anno che parla di ‘origini comuni’. Martin Luther King sottolineava che abbiamo imparato a volare come uccelli, a nuotare come pesci ma non abbiamo ancora imparato l’arte di vivere come fratelli. E la Festa dei popoli vuole aprirci a questo orizzonte di fratellanza, nella diversità. Dobbiamo ricordarci di avere tutti origini comuni”.
“La rete della Festa dei popoli costituita da associazioni, enti ecclesiali, scuole, istituzioni – ha dichiarato l’assessora al Welfare Francesca Bottalico – lavora tutti i giorni per promuovere una comunità multiculturale. Un lavoro costante e continuo che si sintetizza in questa manifestazione. In questi giorni abbiamo vissuto la solidarietà del singolo cittadino e della società civile nella raccolta dei beni per l’accoglienza dei migranti nel porto di Bari, ma questa città ha bisogno ancora di crescere perché la solidarietà non deve manifestarsi solo nei momenti di cronaca eccezionali ma anche quotidianamente, nel nostro modo di approcciare gli altri”.