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Atlantic Tides: la creazione di un immaginario rock

Pubblicato da: Giuseppe Fraccalvieri | Dom, 28 Maggio 2017 - 13:45

Gli Atlantic Tides sono una band milanese fondata nel 2010: suonano un alternative rock che trae ispirazione da diversi generi musicali, oltre che da gruppi come Thrice, Incubus, Deaf Havana, Don Broco, You Me At Six. Dopo due EP, The Isle (2012) e Old Whale (2013), è stato recentemente pubblicato il loro primo album, omonimo, che consta di dieci brani. Gli Atlantic Tides sono: Gabriele Donolato (voce), Nicolò Paracchini (chitarra), Daniele Visconti (batteria, voce), Stefano Candelieri (basso).

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Cosa racconta la polvere? Quale sarebbe la nuova forma della quale parlate nel brano?

Dust parla di come noi sentiamo il cambiamento (nello specifico del pezzo ci riferiamo al pianeta) e di come percepiamo il malessere della Terra, a volte siamo un po’ hippie. La nuova forma è quella che l’essere umano assumerà quando si renderà conto di quello che ha fatto fino ad ora, noi compresi ovviamente.

Quali diversi temi avete toccato in Atlantic Tides?

Il disco non è partito con l’idea di un concept e solitamente non ci piace molto “raccontare storie” ma piuttosto creare un immaginario, creando immagini con le parole, o almeno questo è quello che accade a noi. Detto ciò ci siamo resi conto che in più di un brano abbiamo parlato del pianeta e della natura (es. Dust e Silverleaf), poi in altri brani – ovviamente – si è parlato di amore, mai positivamente sia chiaro. In generale il disco non affronta tematiche specifiche ma è lo specchio di quanto siamo presi male noi.

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Com’è andato il tour nel Regno Unito?

Il tour è stato un’esperienza molto bella, soprattutto perché 7 anni fa quando ci siamo incontrati era un po’ il nostro piccolo sogno quello di fare un tour all’estero assieme, quindi oltre che per la musica anche per la nostra amicizia è stato importante. Suonare in Inghilterra è sicuramente un’esperienza diversa da quelle che abbiamo fatto fino ad ora: anche nei locali più piccoli la preparazione e la strumentazione del locale è di altissimo livello e l’attenzione del pubblico verso i musicisti sembra davvero genuina, e questo è stato molto appagante per noi. In generale sembra che l’amore per la musica live sia ancora forte, cosa che purtroppo in Italia, in contesti simili, manca.
Gli Inglesi bevono tanto. Troppo.

Che strumenti stanno utilizzando gli Atlantic Tides?

La nostra strumentazione è sempre stata molto “basic”, siamo affezionati all’idea classica di live rock: batteria, basso, chitarra e voci.
Suoniamo con una testata valvola + cassa ed un combo bello ingombrante per il basso. Non siamo dei maniaci del suono, ma negli anni in questa formazione “rough” abbiamo trovato il nostro sound.

Che programmi hanno gli Atlantic Tides per l’estate?

Finito il tour abbiamo deciso di prenderci una pausa creativa e stiamo lavorando su una nuova idea che abbiamo a livello musicale e stilistico della band, e che speriamo possa finalmente farci odiare da tutti come abbiamo sempre sperato.

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