Il provvedimento cautelare rappresenta l’epilogo di indagini avviate dalle Fiamme Gialle nel novembre 2012, che hanno riguardato i lavori di ristrutturazione e consolidamento edilizio di alcuni stabili della Città Vecchia di Taranto, finanziati dalla Regione Puglia, con un appalto di 5 milioni di euro.
I militari hanno accertato che un gruppo imprenditoriale specializzato nelle riqualificazioni urbanistiche, attraverso l’attestazione di esecuzione lavori, in realtà mai effettuati, avrebbe conseguito un profitto illecito quantificato in 725 mila euro.
Tutto ciò sarebbe stato reso possibile grazie al concorso nel reato di dirigenti del Comune che, in cambio di regali e tangenti, avrebbero omesso ogni forma di controllo, collaudando opere mai realizzate. Tra gli aspetti più salienti delle indagini è da segnalare quello relativo all’assenza di opere di sostegno delle fondazioni degli stabili oggetto di lavori. In particolare, il gruppo appaltatore avrebbe dovuto supportare la statica degli edifici con pali-radice posizionati a sedici metri nel sottosuolo. In realtà tale imponente struttura non è stata mai realizzata così come altre opere di rilievo, essenziali sia per l’equilibrio statico e dinamico delle costruzioni, sia per la salubrità e qualità della vita delle persone che hanno ricevuto in assegnazione gli immobili dopo la loro presunta riqualificazione.
Per tali motivi, nel luglio 2014 fu eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza dei predetti stabili della città vecchia, nonché il sequestro per equivalente di beni e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo pari al predetto profitto illecito di 725 mila euro.
Nel prosieguo delle indagini sono stati vagliati ulteriori appalti riguardanti altri edifici della città vecchia, il restauro e la riqualificazione di palazzo “Pantaleo”, gli scavi stratigrafi in terreno di interesse archeologico sito in località “Croce” finalizzati alla creazione di parcheggi, la rimozione dei giochi d’acqua realizzati nell’anno 2010 nello specchio di mare che costeggia la ringhiera di Corso Vittorio Emanuele.
Per gli altri edifici della città vecchia, sono stati accertati indebiti profitti conseguiti con modalità illecite analoghe a quelle sopra evidenziate. Per il palazzo “Pantaleo” è stata accertata di fatto l’omessa realizzazione di importanti opere nonché l’esecuzione di interventi di fattura mediocre ovvero scadente rispetto a quanto appaltato.
Per quanto riguarda gli scavi in località “Croce” e la rimozione dei giochi d’acqua, sono state accertate irregolari procedure di affidamento in sub-appalto dei lavori, con un conseguente illecito incremento dei prezzi rispetto agli importi indicati nei contratti originali.
Le 24 persone sono responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata in danno di Ente pubblico, corruzione, omissione di lavori in edifici che minacciano rovina e falsità ideologica e materiale commesse dal pubblico ufficiale in atti pubblici.