Fino al 28 maggio torna La campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med di Legambiente: tante le iniziative in Puglia che vedranno scendere in campo volontari di tutte le età che ripuliranno gli arenili dai rifiuti spiaggiati per ribadire, insieme a Legambiente, l’importanza di una maggiore tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino.
In Puglia, l’evento di punta si terrà a Trani dove, oltre alle attività di pulizia della spiaggia nei pressi del Castello di Trani, in programma dalle 9 alle 13, svolte con la collaborazione della Direzione delle case Circondariali di Trani e della ASL-BAT, del Centro di Salute Mentale Asl Bat Trani Bisceglie, dei centri di accoglienza migranti di Trani, delle scuole e delle associazioni cittadine, sarà firmato anche il protocollo di intesa tra Legambiente Puglia e il provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per la Puglia e la Basilicata sulla sensibilizzazione e coinvolgimento dei detenuti nelle attività di tutela ambientale.
I dati dell’indagine Beach Litter 2017, condotta da Legambiente nei mesi di aprile e maggio nell’ambito di Spiagge e Fondali Puliti – Clean Up The Med, campagna realizzata in collaborazione con Cial, La Filippa, Mareblu, Novamont, Sammontana e Virosac, confermano anche quest’anno una situazione critica per molti arenili: sulle 3 spiagge monitorate in Puglia, ovvero spiaggia di San Cataldo a Bari, spiaggia Isola Varano, a Ischitella, e spiaggia di Monaco – Dune di Campomarino a Maruggio, per un totale di 3mila metri quadri, sono stati trovati una media di 2299 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia per un totale di 6897 rifiuti.
La plastica si conferma il materiale più presente (92,27% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (3,02%), metallo (2,52%), carta e cartone (1,26%). Per quanto riguarda gli oggetti più trovati sulle 3 spiagge pugliesi, il 71% dei rifiuti è rappresentato da reti per la coltivazione dei mitili (53%), tappi e coperchi (6%), bottiglie e contenitori di plastica non per bevande (5%), bottiglie e contenitori di plastica per bevande (4%) e stoviglie usa e getta (3%).
“I rifiuti in mare e sulle coste arrecano gravi danni alla biodiversità, all’ambiente, alla salute e all’economia – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – Tra le principali cause che portano le spiagge ad essere invase dai rifiuti di ogni tipo c’è una cattiva gestione dei rifiuti urbani, le attività di pesca e acquacoltura e la mancata depurazione, o meglio, la cattiva abitudine dei cittadini di buttare rifiuti urbani nel wc, a partire dai cotton fioc”.