Maria ha iniziato a lavorare quando aveva 14 anni. Da allora non si è fermata. Ed oggi si trova all’età di 58 anni licenziata, senza pensione. Borderline24 ha raccolto la sua storia. Nella sua condizione ci sono migliaia di persone, che si sono riunite in un comitato “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”.
Ecco il suo racconto
I primi anni di lavoro
“Avevo 14 anni e il mio diploma di scuola media recitava “ottimo”; la mia famiglia aveva bisogno di aiuto economico; il primo lavoro da commessa in un negozio nel periodo estivo a 15 anni , poi tre anni all’istituto professionale (contro la volontà di mio padre) con qualifica di segretaria d’azienda classificandomi la seconda dell’istituto e il diploma di merito in stenodattilografia. A 17 anni trovai lavoro in provincia di Varese feci la valigia e partii. Fu difficilissimo staccarmi dalla mia famiglia, all’epoca ero davvero ancora piccola. Fin qui tutto lavoro a nero”.
L’assunzione in una ditta
“A 18 anni e mezzo finalmente assunta ma dovevo essere disponibile senza limiti di orari e giorni festivi e per tanti anni ho lavorato per circa 10/12 ore al giorno! Era il 1977 e il mio primo stipendio fu di lire 100.000. Contemporaneamente mi sono diplomata studiando la sera, sposata, fatto due figli meravigliosi, accudito genitori disabili, rinunciando a tanti sogni di gioventù, di donna, di madre e moglie ! Il tempo che passavo in azienda era il 90% rispetto a quello che passavo a casa”.
Il licenziamento
“Dopo 41 anni di lavoro di cui 39 coperti da contributi l’azienda mi ha licenziato per cessazione attività che dopo un anno non è ancora cessata! Non per vantarmi ma ho sempre cercato di dare il massimo, sul lavoro, a casa, e con i miei genitori. Conclusione dopo aver dato all’azienda, alla famiglia, all’Italia (contribuendo alla crescita del boom economico degli anni 80), oggi non posso accedere alla pensione, nessuno mi può/vuole assumere all’età di 58 anni e forse, pagandomi i contributi volontari (circa 27/30.000 euro), se Dio vuole, tra tre anni potrei/dovrei aver diritto ad una pensione! Non rientro in nessuno degli strumenti pensionistici ultimi concessi dal governo ! Sono tutti una presa in giro perchè contengono tanti di quei paletti che ci possono accedere solo poche persone! Dov’è lo Stato? Dov’è la giustizia? Dov’è finita la dignità”.
L’appello
Maria, così come tanti che si sono riuniti in un gruppo, chiede quindi la riconferma dei 40 anni contributivi minimi per accedere alla pensione. L’alternativa? Pagare di propria tasca per raggiungere l’età prevista per la pensione e usufruire quindi dei contributi che ha versato per una vita.