Siamo abituati a storie di giovani che lasciano la famiglia e l’Italia per inseguire il sogno di un futuro migliore all’estero, ma non sempre le cose vanno così. Oggi vi raccontiamo la storia di Riccardina Burdo, architetto di Andria trasferitosi anni fa in Toscana con marito e figli – uno di due anni e mezzo e l’altro in arrivo. Passano gli anni e i ragazzi decidono di lasciare l’Italia per cercare lavoro, mettendo la famiglia davanti a una possibile separazione. Riccardina e suo marito decidono, a quel punto, di vendere casa e – fatti i bagagli e messo il gatto nel trasportino – emigrano a sessant’anni circa nella capitale inglese.
Com’è la sua vita in Inghilterra? Cosa fa là ?
I primi mesi sono stati faticosi ma ero felicissima. Ho frequentato per qualche mese una scuola di lingua inglese che mi è stata di grande aiuto.
La vita qui è più frenetica ma si trova il tempo per stare a contatto con la natura o fare passeggiate nei bellissimi parchi a Londra e dintorni. La città offre tanti stimoli. Io amo le opere liriche e la musica classica e qui non mancano spettacoli di ogni genere di altissimo livello. I musei sono bellissimi e spesso gratis e le visite non si esauriscono mai. Londra mi piace tantissimo, è una città multietnica dove si possono incontrare persone interessanti provenienti da tutto il mondo.
E da un punto di vista professionale?
Qui non svolgo la professione di architetto ma collaboro nell’azienda dei miei figli. Mi sarebbe piaciuto dedicarmi al mondo della cucina dopo aver scritto anche dei libri interattivi per iPad sulla cucina pugliese ma la scarsa conoscenza della lingua mi ha fatto accantonare l’idea.
Che differenze ci sono, secondo lei, rispetto alla Puglia?
Qui non ci sono raccomandati e la meritocrazia esiste. Il lavoro si trova facilmente, conoscenza della lingua permettendo, e ne è un esempio mio marito: architetto quasi sessantenne che ha cercato lavoro qui in alcuni studi e dopo una settimana è stato assunto da un giovane garden designer. In Italia non assumono i giovani, tanto meno gli over 50.
Apprezzo molto il senso civico che hanno gli inglesi. La burocrazia non esiste e tutto è reso facile. Niente file agli sportelli o giornate di lavoro perse da un ufficio all’altro: tutto è fattibile online in modo semplice e veloce. I trasporti funzionano perfettamente e da quando sono qui non guido più un’auto perchè non ne sento il bisogno. Si arriva ovunque con i mezzi pubblici.
Che accoglienza c’è per un italiano che arriva in Inghilterra per trovare lavoro?
Gli italiani sono ben visti dagli inglesi in molti settori, tipo ristorazione, moda, design, informatica e tanto altro. Un problema ricorrente per noi italiani è la scarsa conoscenza della lingua inglese che può diventare una barriera sia nel mondo del lavoro che nei rapporti sociali. A parer mio la conoscenza della lingua inglese vale più di una laurea.
Che clima si respira nel post-Brexit?
La prima reazione che ho avuto dopo il voto è stata quella di incredulità e ho avuto voglia di ritornare in Italia. La realtà italiana non è cambiata per cui alla fine ho deciso di rimanere, anche se di sicuro non rimarrò qui per sempre perchè dell’Italia mi mancano un po’ di cose: gli amici, il clima, il cibo e il piacere di stare insieme a tavola che è tipico di noi italiani del sud.