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Strage dell’Atr Bari – Djerba, dopo 12 anni arrestato il copilota tunisino in Francia

Pubblicato da: redazione | Gio, 18 Maggio 2017 - 14:00

Arrestato a Orly in Francia Alì Kebaier, tunisino, co-pilota del volo dell’Atr 72 Bari-Djerba, caduto in mare a Capo Gallo-  Palermo il 6 agosto del 2005. Nella tragedia di dodici anni fa morirono 16 persone, quasi tutti italiani e pugliesi, che si stavano recando in vacanza da Bari a Djerba in Tunisia a bordo di un aereo della compagnia Tuninter. Altri 23 passeggeri, compresi pilota e co pilota, riuscirono a salvarsi, alcuni riportarono gravi ferite. L’aereo fu costretto ad ammarare perché restò senza carburante.

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Kebaier è stato condannato in maniera definitiva dalla Corte di Cassazione il 20 marzo del 2013 ma non ha mai scontato la pena. Dopo il fermo è stato rilasciato, ma deve rimanere in Francia: gli è stato applicato il braccialetto elettronico per evitare la fuga.

La notizia dell’arresto risale al 25 gennaio ma è stata acquisita recentemente dall’avvocato Ascanio Amenduni, difensore di parte civile dell’associazione ‘Capogallo-6 agosto 2005’, composta dai familiari delle vittime e dai sopravvissuti. Il co-pilota, accusato di disastro colposo e condannato dalla Suprema corte a sei anni di reclusione, è stato arrestato in base al mandato di arresto europeo che consente di fermare chiunque si muova all’interno del territorio comunitario, anche se si tratta di una pendenza di un altro Stato, nell’ambito della cooperazione giudiziaria in sede penale tra stati membri dell’Ue. I trattati italo-tunisini però non prevedono l’estradizione in Italia. Il direttore generale della compagnia Tuninter, anche lui condannato dalla Cassazione, fu arrestato due anni fa in Austria dove si trovava per motivi d salute ma poi fu rilasciato su cauzione, senza vincoli, e fuggì dall’Austria tornando infine in Tunisia.

Il 7 giugno davanti alla Corte d’appello di Parigi si preannuncia quindi una battaglia legale: il reato di disastro aereo colposo, secondo alcune interpretazioni, non sarebbe previsto dalla legislazione francese. La Procura generale della Corte di appello di Palermo, a questo proposito ha inviato delle note al magistrato di collegamento e alla corte di appello di Parigi per perorare la consegna all’Italia del co-pilota per l’esecuzione della pena nel nostro Paese.

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