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L’allarme di Federalberghi sull’abusivismo nel turismo: “A Bari e nella Bat oltre 3600 strutture non autorizzate”

Pubblicato da: redazione | Sab, 13 Maggio 2017 - 19:15
Turisti Estate

Allarme di Federalberghi contro l’abusivismo nel turismo. Secondo un’indagine, nelle province di Bari e della Bat nella settimana di Pasqua, sono stati censiti 3.680 alloggi, di cui 2.426 (65,92%) riferiti ad interi appartamenti, 2.898 (78,75%) disponibili per più di sei mesi, 2.055 (55,84%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. Tutti quindi abusivi.
“La Pasqua 2017 in Puglia – afferma Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Bari Bat e Puglia – ha registrato incrementi a due cifre per le presenze del circuito ricettivo ufficiale. Con questi numeri importanti, la sola Airbn presumiamo che abbia fatto girare, nelle sole province di Bari e Bat, un volume di denaro quantificabile intorno ai due milioni di euro completamente in nero. Uno scandalo di grande portata e un vero disastro per la fiscalità locale che resta, per le amministrazioni locali, l’unica leva per rispondere alla domanda di servizi per il turismo”.
Al netto dei numeri e dell’evasione fiscale, dall’analisi delle inserzioni di Airbnb emergono quattro aspetti sui quali Federalberghi ha chiesto un intervento delle autorità competenti. “Non è vero – si legge in una nota –  che si condivide l’esperienza con il titolare, perché la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno. Non è vero che si tratta di attività occasionali, perché la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno.
Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, perché sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo a inserzionisti che gestiscono più alloggi.
Non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta, perché gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali”.
“Il consumatore – dichiara Caizzi – è ingannato due volte, perché viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato. E’ importante sottolineare che vengono danneggiate tanto le imprese turistiche regolari quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.”
Da qui l’appello ai parlamentari per irrobustire le disposizioni relative al regime fiscale delle locazioni brevi, con l’obiettivo di far pagare le tasse a tutti.

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