“La corruzione spuzza”. Era il 2015 quando Papa Francesco I rivolse questa frase ai ragazzi di Scampìa, in un discorso che ha fatto la storia. Francesco Caringella e Raffaele Cantone, da anni in prima linea nella lotta alla corruzione, ne traggono spunto per dare il titolo al loro libro: “Non il solito libro di invettiva contro i politici, i potenti, gli amministratori – spiega Francesco Caringella – è un libro di autocritica e di riflessione, contro la gravità di un fenomeno che incide quotidianamente sulle vite dei nostri figli e che uccide il nostro domani”.
Come è nato questo libro? Che soluzioni danno i due autori all’annoso problema della corruzione? Per scoprirlo, Borderline24 ha intervistato Francesco Caringella, già commissario di polizia e magistrato penale a Milano durante il processo “Mani pulite”, attualmente presidente di Sezione del Consiglio di Stato.
Qual è stato l’episodio che vi ha spinti a scrivere questo libro?
È stata la constatazione che dai tempi di “Mani Pulite”, quando ero giudice a Milano negli anni Novanta, non è cambiato nulla e che l’inchiesta giudiziaria non ha portato a un gran risultato. Abbiamo rilevato che la corruzione non è un problema episodico, ma una ragnatela diffusa. È sbagliata l’idea che la corruzione possa essere sconfitta solo tramite la via giudiziaria, e quindi tramite i processi: questi possono punire i comportamenti dei singoli, ma non cambiare i costumi e modificare l’etica sociale. Il libro nasce da questa amara constatazione: i processi e la giustizia sono necessari ma profondamente inutili, serve – invece – l’autocritica e l’educazione.
La corruzione è diventata parte integrante della cultura italiana?
Lo è sempre stata, sin dai tempi di Cicerone che si scagliava contro Verre. Era un costume diffuso: è, forse, l’aspetto negativo dell’italianità, della nostra vena anarchica che produce bellezza nell’arte ma insofferenza nel rispetto alle regole, mancanza di senso civico e di consapevolezza del bene comune.
Che soluzioni ci sono?
“La corruzione spuzza” non è un libro di critica, ma di riflessione costruttiva. Nell’ultimo capitolo che si intitola “Che fare” proponiamo tre rimedi che devono essere messi in campo insieme. C’è bisogno di una repressione più efficace attraverso processi più rapidi e più concreti, ma anche di una legge che riorganizzi la pubblica amministrazione per renderla più virtuosa e trasparente e eliminare l’ambiente in cui matura la corruzione. Soprattutto, però, c’è bisogno di educazione in famiglia, a scuola, all’università. Seguiamo il monito di Giovanni Falcone che diceva: “La corruzione e la mafia non si combattono nelle aule dei tribunali, ma tra i banchi di scuola e tra le mura di ogni casa”. Bisogna imparare e insegnare nei luoghi della formazione, non solo il sapere ma anche il valore e affermare, così, una cultura delle regole.
Francesco Caringella e Raffaele Cantone presenteranno a Bari, all’Hotel Excelsior il libro “La corruzione spuzza” il 26 maggio alle 18 in un evento organizzato dall’associazione “Il vaso di Pandora”.