Guardiani della Galassia Vol. 2 è l’attesissimo sequel di quel fenomeno di incassi e critica che è stato Guardiani della Galassia. James Gunn torna dopo uno iato di 3 anni a dirigere l’idolo delle folle Chris Pratt (aka Star Lord) e compagnia in un’altra eccentrica avventura interstellare popolata da alieni colorati e animali parlanti dotati di amaro sarcasmo.
Nonostante le ottime premesse, essere all’altezza della prima pellicola, che aveva tanto colpito i fan e i neofiti di questo particolare universo Marvel, era un compito arduo anche per l’eroico regista e questo cast spaziale. Guardians of the Galaxy Vol. 2 però non delude e consegna ad un pubblico carico di aspettativa un prodotto, se non esattamente originale, tutto sommato godibile e a tratti assolutamente esilarante.
I Guardiani della Galassia sono tornati! Il fan della musica anni ’80 Peter Quill anche detto Star Lord, l’assassina verde Gamora (Zoe Saldana), il dolcissimo alberello Baby Groot (Vin Diesel), il folle e socialmente inadatto Drax il Distruttore (Dave Bautista) e il procione permaloso Rocket (Bradley Cooper) stanno per ingaggiare uno strenuo combattimento con un mostro spaziale quando li ritroviamo sul grande schermo.
Alle prese con le loro solite razzie interstellari, i mercenari spaziali hanno il compito di difendere un prezioso carico di batterie per poi scambiarlo con un’ancora più preziosa ricompensa: Nebula, la sorella perduta di Gamora che cova per lei un’ostilità omicida e deve essere costantemente ammanettata e sorvegliata.
Tuttavia, lo scambio con la razza aliena dei Soverreign non va come previsto e i Guardiani sono costretti a scappare dagli stessi alieni che li avevano assoldati. La navicella di Quill e compagni, danneggiata irreparabilmente dal fuoco nemico, è costretta ad un atterraggio di fortuna sul pianeta Berhart. La flotta dei Sovereign viene, nel frattempo, distrutta da un misterioso individuo che si rivela essere nientedimeno che (ALLARME SPOILER) il padre di Quill, Ego!
Ego, interpretato da un Kurt Russel in forma smagliante, dice a suo figlio di essere sulle sue tracce da tempo e invita Peter, Gamora e Drax a seguire lui e la sua assistente umanoide, Mantix, sul suo pianeta per fare finalmente la conoscenza del suo erede dopo 34 anni di lontananza. Intanto, Rocket, Nebula e Baby Groot rimangono sul pianeta a riparare l’astronave.
A distanza di innumerevoli anni luce, Yondu Udonta (Michael Rooker) il mercenario che aveva adottato Quill quando era solo un bambino e che era stato abbandonato da Peter stesso nello scorso film, è nuovamente sulle tracce dei Guardiani per punirli una volta per tutte… o forse allearsi con loro?!
Le strade di tutti i personaggi porteranno inesorabilmente sul pianeta del misterioso Ego, per un’ultima resa dei conti, tra padre e figlio, tra il passato ingombrante di Ego e il presente promettente di Peter, tra un essere Celestiale e un orgoglioso umano.
Il film, con il suo svolgimento semplice e lineare si presenta come una parentesi divertente tra il primo film-capolavoro e un terzo, incombente capitolo della saga. Il cast, in tutte le sue azzeccatissime componenti, è il pezzo forte di questa commedia intelligente e scanzonata. L’estetica roboante, la colonna sonora nostalgicamente mainstream, l’umorismo frivolo rendono Guardiani della galassia un film trasversale, che ha come target gli accaniti lettori di fumetti tanto quanto le famiglie con pupi al seguito.
E per chi non crede che questi motivi siano abbastanza per non perdersi questo secondo capitolo di Guardiani della Galassia, James Gunn rilancia con un minutaggio spropositato dell’adorabile Baby Groot, il personaggio in computer grafica più carismatico dai tempi dell’indimenticato hobbit schizofrenico, Gollum!