Recuperare le 310mila tonnellate di cibo che ogni anno, in Puglia, finiscono nell’immondizia per aiutare le fasce della popolazione più deboli. Il Consiglio regionale, in settimana, ha approvato all’unanimità la legge contro lo spreco alimentare, durante la discussione in Aula – con un emendamento – è stato aggiunto anche il recupero e riutilizzo dei farmaci.
A presentare la proposta di legge era stato Ruggero Mennea (Pd), l’obiettivo è duplice: incentivare la riduzione degli sprechi alimentari e, parallelamente, redistribuire le eccedenze in favore di chi vive in stato di povertà o disagio sociale. Basti pensare che, in media, ogni pugliese getta 76 chili di alimenti all’anno e che sono 320mila i residenti che vivono sotto la soglia della povertà. I soggetti che vengono chiamati a partecipare a questa catena di solidarietà non solo solamente i cittadini, dovranno garantire il proprio operato anche i Comuni, enti privati e pubblici, imprese produttrici, imprese di distribuzione, imprenditori agricoli, ristoratori e farmacie. Il fondo iniziale per attivare gli interventi è di 600mila euro, 100mila euro per ogni provincia.
Su proposta del Movimento5Stelle, è stata introdotta una novità: i Comuni che dimostreranno di aver recuperato e redistribuito beni alimentari otterranno uno sconto sulla tassa dei rifiuti. Con un emendamento presentato dal consigliere Cosimo Borraccino, è stato deciso che anche il cibo confiscato dalla forze dell’ordine, se idoneo al consumo, potrà essere riutilizzato. La norma prevede, inoltre, finanziamenti agevolati per l’acquisto o l’affitto di immobili da destinare allo stoccaggio delle eccedenze alimentari, mentre sono diverse le forme di recupero: dalla raccolta e la redistribuzione dei generi alimentari non idonei alla commercializzazione ma commestibili, passando per i pasti non serviti da ristoranti, pub e pizzerie sino alle eccedenze della giornata e anche dei prodotti agricoli non raccolti, che altrimenti verrebbero destinati alla distruzione.