Coraggio, Bari, è quasi finita. Senza i playoff, salvo miracoli. Ma almeno fra un paio di settimane i biancorossi si saranno lasciati alle spalle l’ennesima stagione di illusioni e di delusioni. L’1-1 di Avellino, firmato su rigore da Salzano e Verde, chiude quasi definitivamente la rincorsa dell’undici di Colantuono alla serie A. Più “mal comune” che “mezzo gaudio” è il fatto che, oggi, gli spareggi per l’olimpo del calcio nazionale non si disputerebbero, visto che le vittorie di Verona e Frosinone hanno scavato un solco di 10 punti fra terzo e quarto posto. E che, quindi, Spal, Verona e Frosinone sarebbero tutte promosse in A senza bisogno di giocare i playoff. Magra consolazione, per una piazza che non bada alle ambizioni altrui ma alle proprie, troppe volte deluse.
Ad Avellino, invero, qualche novità c’è stata. L’approccio, in primis. E il gol. Il primo del Bari dopo un digiuno di 33 giorni, 477 minuti e cinque partite, quante ne erano passate dopo il 2-0 di Fedele allo scadere del match vinto per 2-0 con il Latina, e di 70 giorni, 592 minuti e quasi sette partite piene in trasferta (dal 4-3 di Benevento). Un gol, quello di Salzano su rigore, cercato e meritato dal Bari, che si è fatto apprezzare come non accadeva da tempo fuori casa, almeno nella prima frazione. Cercato e meritato, però, anche il pareggio di Verde dal dischetto, a metà ripresa, a coronamento di una rincorsa agevolata, ma solo in parte, dall’infortunio di Sabelli. L’ennesimo inquilino di un’infermeria troppo piena, che si arricchisce di due ospite a settimane.
Per andare ai play-off, nelle ultime due giornate il Bari dovrà recuperare quattro punti allo Spezia, ottavo, e altrettanti al Frosinone, terzo (per chiudere a -14, nel famoso “perimetro playoff”), oltre a sperare che il Perugia ne rosicchi ai ciociari o comunque gli umbri o il Benevento chiudano a non più di 9 punti dal terzo posto. Per chi vuole ancora crederci, domenica c’è Benevento-Frosinone.