Da anni siamo impegnati, come Unione degli Studenti, nel boicottaggio dei test invalsi: dei test che consideriamo dannosi, costosi ed escludenti. Anche quest’anno da tempo gli studenti e le studentesse baresi si stanno attivando verso la data di somministrazione dei test, il 9 maggio, scontrandosi però con i forti atti repressivi messi in campo da docenti e dirigenti scolastici
“Abbiamo organizzato decine di assemblee, collettivi scolastici, comitati studenteschi per discutere di test Invalsi e valutazione. Crediamo che il boicottaggio di massa di questi test possa essere utile a lanciare un segnale forte, per rigettare al mittente questo modello di valutazione che non riesce a valorizzare le peculiarità del singolo e a tener conto delle condizioni di partenza di ognuno”, afferma Davide Lavermicocca, coordinatore dell’Unione degli Studenti Bari.
“Ogni giorno ci scontriamo con la forte macchina repressiva attivata da docenti e dirigenti scolastici. Dal Fermi al Salvemini, passando per il Giulio Cesare, è stato costruito un clima di terrore dai Presidi che stanno imponendo la compilazione dei test a tutti i ragazzi di secondo.
In molte scuole i dirigenti scolastici e i docenti stanno chiamando personalmente i genitori degli alunni delle classi seconde chiedendo loro di accertarsi che il proprio figlio o la propria figlia non partecipino ad alcuna manifestazione. Al Liceo “Fermi” la direttrice ha inviato una lettera a tutti i genitori, alla quale hanno prontamente risposto gli studenti e le studentesse, nella quale si “invitavano calorosamente” i genitori a promuovere la compilazione dei test in famiglia”, continua lo studente.
“Le minacce dei dirigenti non fermeranno le nostre lotte: stiamo continuando e continueremo a mobilitarci contro quest’idea di scuola. Il 9 maggio scendiamo in piazza (concentramento in piazza Umberto I dalle 9) per una scuola inclusiva e democratica. Lo stesso modello di scuola che, evidentemente, a questi dirigenti non piace”, concludono gli studenti dell’Unione degli Studenti.