Due le ipotesi rimaste in piedi e che saranno studiate da un gruppo di lavoro di esperti e avvocati: ristrutturare l’Acquedotto pugliese secondo il modello della società “in house” interamente partecipata al capitale pubblico di Comuni, in primis, e Regione; oppure trasformarla in “azienda speciale” come chiede il comitato pugliese “Acqua bene comune”. E’ quanto è emerso durante la prima riunione operativa dell’organismo tecnico-politico che si è insediato lo scorso 13 aprile.
Il futuro di Aqp, quindi, imboccherà una di queste due strade, ora toccherà ad un gruppo di lavoro ristretto approfondire gli aspetti tecnici e giuridici per stabilire quale possa essere la via migliore. L’obiettivo numero uno della Regione e dello stesso Consiglio è quello di sollecitare parlamento e il governo per far cancellare la data di scadenza della concessione del servizio idrico integrato in favore di Aqp fissata al 31 dicembre 2018 ed evitare, così, l’assegnazione con gara pubblica che nasconde diverse incognite. Ma non si ci può far cogliere impreparati, così si studiano le alternative.
Il gruppo di esperti sarà composto dai tecnici del comitato, dai consiglieri regionali Vincenzo Colonna, Antonella Laricchia e dalla struttura di supporto già costituita da delegati del presidente della Regione, dell’assessorato alle Opere pubbliche, dell’Autorità idrica pugliese e di Aqp. I risultati dello studio verranno presentati e discussi il prossimo 15 maggio, quando tornerà a riunirsi il tavolo paritetico.