Un futuro diverso. Libero da una delle sostanze che ha mietuto e continua mietere vite. È quello ricordato oggi, Giornata mondiale delle vittime dell’amianto e per cui lottano da decenni le associazioni composte da cittadini e da familiari delle vittime dell’asbesto. Un futuro nelle mani dei ragazzi delle scuole medie superiori che hanno aderito al concorso dal titolo “Storie di lavoro e di morte – dialoghi d’amianto”, che il 4 maggio vedrà la premiazione di cinque lavori.
A Bari, l’amianto è tristemente conosciuto per la Fibronit, la fabbrica presente nel cuore della città, ora dismessa e in fase di bonifica. Una bonifica che va avanti in maniera positiva, come ricorda il Comitato cittadino, ieri protagonista di un sopralluogo tra i capannoni. “Sono irriconoscibili – racconta il comitato – coperti da teli bianchi che creavano una luce suggestiva tanto da far apparire il tutto come un set cinematografico per un film che parla di guerra. Una guerra che, come tutte le guerre, non ha vinti o vincitori, ma solo sconfitti e vittime. Una guerra non dichiarata, ma combattuta ad armi impari da ignari operai e innocenti cittadini che non hanno potuto difendersi dall’attacco vigliacco e subdolo di fibre sempre più sottili che sono riuscite a raggiungere i loro alveoli polmonari sino a farli soffocare”.
Il concorso è stato promosso dall’Associazione italiana esposti amianto Val Basento, dall’Associazione familiari vittime amianto di Bari, dal Comitato cittadino Fibronit, dalla Sigea – Società italiana di Geologia ambientale sezione Puglia, dall’Associazione Memoria Condivisa e dall’associazione Capo Gallo 6 agosto 2005, in collaborazione con il liceo scientifico Fermi di Bari. L’obiettivo è quello “di stimolare una riflessione nelle nuove generazioni sulla gravità della catastrofe sanitaria e ambientale che l’utilizzo dell’amianto ha comportato e tuttora comporta”.