I tre uomini che, ieri pomeriggio, la polizia ha bloccato con armi e giubbotto antiproiettile addosso – Francesco Abbrescia, di 26 anni, Domenico Silecchia, di 32 anni, e Nicola Stramaglia, di 38 anni, quest’ultimo sorvegliato speciale – vengono ritenuti dalla Dda vicini al capo clan di Japigia, Savino Parisi. Secondo la squadra mobile si stavano preparando ad un nuovo agguato, con ogni probabilità sarebbe stata la risposta all’omicidio del 29enne Nicola De Santis, avvenuto meno di 20 giorni fa.
Si è rotta la pax mafiosa
Nel quadrilatero che comprende via Archimede, il feudo di Parisi, è in atto da ormai qualche mese una faida interna, ne è ormai convinta l’Antimafia: l’ipotesi più accreditata, infatti, è che sia scoppiata una guerra tra le giovani leve che fanno riferimento al boss Eugenio Palermiti e gli uomini fedeli alla cosca dei Parisi. I due gruppi, Parisi e Palermiti, sono stati sempre alleati, si sono suddivisi il territorio e hanno “convissuto” pacificamente per molti anni. Dopo i recenti arresti degli uomini più importanti della famiglia Parisi qualcosa si è rotto nell’alleanza. L’ipotesi è che siano nati screzi per la gestione dello spaccio di droga, ma non vengono escluse altre piste. Ad esempio, la faida potrebbe essere stata innescata dalla volontà dei più giovani del gruppo Palermiti di non sottostare più alle regole di Parisi e approfittare degli arresti e dell’assenza di capi carismatici nel rione per conquistare spazi.
Tre omicidi e un unico filo conduttore
L’escalation criminale è cominciata lo scorso 17 gennaio, quando viene ucciso in via Prezzolini il 40enne Francesco Barbieri, piccoli precedenti ma nessuna affiliazione ad una clan; dopo Barbieri tocca al 39enne Giuseppe Gelao, mentre il 29enne Antonino Palermiti, nipote del boss, riesce miracolosamente a salvarsi. Vittima e ferito fanno parte del gruppo Palermiti, nemmeno un mese dopo viene ammazzato – sempre nella stessa zona – Nicola De Santis, 29 anni, ritenuto invece vicino al gruppo Parisi. Ieri pomeriggio il blitz della polizia, tre uomini considerati legati al boss Savino Parisi sono stati beccati con armi, guanti e giubbotto anti proiettile: per gli investigatori erano pronti ad un nuovo agguato, con ogni probabilità per replicare all’assassinio di De Santis.