Era la notte del 26 aprile del 1986 quando delle esplosioni a catena distrussero il reattore del blocco 4 all’interno della centrale nucleare di Chernobyl. L’incidente fu legato ad una tecnologia obsoleta e avvenne a seguito di un test in cui furono violate le norme di sicurezza e in cui numerosi furono anche gli errori umani commessi. Il conseguente incendio provocò una nube radioattiva che non si limitò esclusivamente alle zone circostanti dell’Ucraina (all’epoca Urss), ma ricadde anche sull’intera Europa.
Disastrose le conseguenze sulla popolazione, i dati circa i decessi e sulla salute delle persone contaminate dalle polveri radioattive non sono ancora certi. Ciò che è sicuro è che in seguito aumentarono sensibilmente i casi di cancro, soprattutto alla tiroide, e in particolare tra i bambini e minori sotto i 14 anni. Tra i danni alla salute riportati come conseguenza del disastro, inoltre, anche malformazioni, patologie respiratorie, infertilità, malattie della pelle, problemi in gravidanza, contaminazione di flora e fauna e quindi anche del cibo.