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Dalle belle donne ad una vita di film capolavoro, l’indimenticabile Dino Risi

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 20:06

Michele canta “cosa vuoi da me” sul lido del litorale romano negli anni sessanta, con Gassman e Tognazzi pugili suonati ormai fuori gioco, che si ritrovano dopo anni, nei “Mostri” di Risi, indimenticato primo “pastone” comico a episodi nell’italia del boom (ancora) con presagi funesti, poi rivelatisi azzeccati.
Dino Risi, ho deciso di trascorrere una domenica sera di primavera con lui grazie al Bifest di Bari, scarpe ginniche e sala mezza vuota da cinema di mattina, taccuino e coca cola a digerire le brasciole della sig.ra Tonia, arco basso.
Dino Risi, intervistato da Mina’ nel ’98 , ha la r moscia e i capelli argentati di Agnelli, ma parla come un milanese doc della buona borghesia dei primi del 900, poche parole asciutte, qualcuna tagliente e molti eh? a prender tempo sulle domande incalzanti del rotondo Mina’.
Dino, nato nel ’17, anno della rivoluzione russa e del primo giro d’italia, figlio del medico della Scala e allievo di Toscanini, suonava il violino a 6 anni.
Andava in vacanza con lo zio a la Thuile in Val d’Aosta, ha conosciuto la moglie nell’Oberland Bernese e si è laureato in medicina, facendo pratica di psichiatria nel manicomio di Voghera, da dove è scappato dopo sei mesi.
Odiava la religione, la politica e i critici cinematografici di cui diceva ” per loro dovresti sempre fare un film che loro vorrebbero ma che non sanno fare”.
Ci ha provato con tutte Dino Risi, perfino con la moglie di Gassman una sera d’estate sul terrazzo di via Flaminia, anni ’70.
Ha rubato la Valli a Soldati in “Piccolo Mondo Antico”, ha preso il palo dalla Allasio in “Poveri ma belli”, ha ricevuto le confessioni di Grace Kelly su una terrazza di Montecarlo, scoprendo che lei era pentita del matrimonio col Ranieri.
Ha fatto una bella vita insomma, nonostante non fosse un simpaticone, anzi avesse decisamente una gran puzza sotto al naso ereditata dalla buona borghesia milanese.
Innamorato perso solo di Gassman e della sua “bestialità”, meno di Sordi che gli rifilò il bidone del “Sorpasso” non accettando il copione.
Sordi gli ricordava la forza cinica dei romani nello sbeffeggiare il prossimo, ma il “Sorpasso” anche senza di lui doveva farlo per forza, troppo forte la voglia dopo un’avventura con un pazzo totale come l’avv.Martello, che l’aveva portato con se’ in una fuoriserie da Varese a “comprare le sigarette” fino in Lichtenstein.
Ha scoperto la Rossi Drago, la Bose’, la Gianna Maria Canali e la Lollobrigida, tutte reduci da Miss Italia.
Ha spiegato che Vincenzoni, Sonego, Maccari, erano sceneggiatori solo per il cinema ed il loro cinismo indispensabile per fare pubblico, nell’italia che peggiorava immediatamente dopo il boom economico.
Ha diretto “una vita difficile”, il più bel film comico-tragico del dopoguerra, con scene memorabili tipo Sordi ubriaco poveretto con la Ralli cattiva e bellissima nel night club col sottofondo di ” tu sei la più bella del mondo”.
Ha raccontato di Ennio De Concini che scriveva 5 sceneggiature contemporaneamente nella sua cucina della casa ai Parioli, di Vittorio De Sica maestro di recitazione e di Mastroianni “puro di cuore”, che si faceva quasi sempre lasciare dalle donne, ci soffriva e lo raccontava senza vergognarsi.
Di Sofia puntualissima sul set, della Dietrich ormai vecchia con la faccia “spillata” per tirare le rughe quando ancora non esisteva il lifting.
Ha osservato le persone e le ha ritratte nei suoi film, ha detto “vorrei studiarle sempre, vorrei essere invisibile e seguirle ovunque”.
Ha detto sempre la verità, tutta la verità nient’altro che la verità, ha detto ” odio la privacy, le cose vanno dette”.
Dino Risi, con una mano nei capelli e i pantaloni bianchi, “mi piacciono solo i film che sto per fare, dopo non vado neanche a vederli”.

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