Due calcoli e un rene quasi in necrosi, una richiesta dell’urologo di Tac renale d’urgenza e la risposta del Cup del Policlinico: “La prima data libera è quella del 9 febbraio 2018”. E’ quanto si è sentita dire una signora di 63 anni di Bari, a raccontare a Borderline24 il suo calvario è la figlia Roberta.
Tutto ha inizio nella notte tra Pasqua e Pasquetta: “Mia madre si sente male – dice Roberta – e decidiamo di portarla al pronto soccorso del Policlinico. Inizialmente sbagliano diagnosi, le dicono che potrebbe essere una lambosciatalgia con cistite e la dimettono intorno alle 4 e 30 del mattino”. La 63enne torna a casa ma col passare delle ore le sue condizioni peggiorano. “Alle 14 e 30 del giorno di Pasquetta – riferisce ancora la figlia della 63enne – torniamo al pronto soccorso, questa volta le fanno una flebo e la sottopongono a diversi esami e ad una consulenza chirurgica. Le diagnosticano una colica renale, ma siccome non c’è un urologo disponibile ci rimandano a casa”. La donna, però, sta sempre peggio, quindi nuova corsa in ospedale: “Alle 8 del mattino di martedì torniamo al pronto soccorso, le fanno un’ecografia e ci dicono che il rene è quasi in necrosi ed è troppo dilatato. Le dicono di prendere per 7 giorni il Voltaren e la dimettono”.
Martedì sera l’epilogo: “Mia madre è sempre più sofferente, per la quarta volta ci presentiamo al Policlinico, le fanno una Tac dalla quale emerge che ha due calcoli, uno nel rene”. Finalmente la sottopongono ad un terapia: “Adesso sta meglio”, assicura Roberta. Calvario finito? Macché. La 63enne si rivolge ad un urologo privatamente, lo specialista le consegna una richiesta urgente per effettuare una Tac renale. Roberta si presenta al Cup del Policlinico, il codice usato dall’urologo sulla ricetta è quello dell’urgenza ma al centro di prenotazione fanno orecchie da mercante: “Non c’è disponibilità prima del 9 febbraio 2018”. “E’ una vergogna”, chiosa Roberta.