C’è chi lascia l’Italia per trovare lavoro e chi, invece, il lavoro ce l’ha, ma è pronto a mettersi in discussione per un colpo di fulmine. Questa è la storia di Marilena Foggetti, una barese volata a Kongsvinger, in Norvegia, per amore. “La mia decisione di lasciare Bari e l’Italia è maturata in fretta – racconta – mi sono sposata nell’agosto del 2015 e mio marito lavorava e viveva già da tempo in Norvegia, pur essendo nato e cresciuto in Kurdistan”. Il fatidico incontro è avvenuto durante una vacanza in Italia nel 2014, in cui lui è finito – per caso – nella palestra dove lavorava Marilena. “Ci siamo sposati esattamente un anno dopo e nonostante il mio temporeggiare, si è fatta subito strada l’esigenza di porre fine al nostro rapporto a distanza. Ho fatto i bagagli, messo i due miei adorati gatti nel trasportino, e via: un biglietto di solo andata per Oslo”.
Com’è la sua vita in Norvegia?
È semplicemente un’altra vita, non c’è più nulla della “vecchia” Marilena. Posso dire di aver stravolto completamente la mia esistenza e il mio modo di vedere le cose. Ho superato l’iniziale shock culturale con una nazione che funziona in modo del tutto diverso dall’Italia, o – meglio – una nazione che funziona. Sinceramente penso che l’Italia sia un tesoro di inestimabile valore e bellezza ma, purtroppo, del tutto inutilizzata. Sul fronte privato, dopo una vita da single, con una mia dimensione lavorativa e domestica, la sfida è credere in un progetto di vita comune, con la voglia di migliorarsi e di reinventarsi.
Che ruolo hanno avuto i suoi studi nella scelta che ha fatto?
La mia scelta non è stata influenzata dai miei studi, ma i miei studi sono stati influenzati dalla necessità di guadagnarmi da vivere quando ero a Bari. Non ho finito l’università perché dovevo lavorare a tempo pieno per poter pagare i miei conti. Qui a Kongsvinger, dopo un’esperienza lavorativa di un anno nel ristorante dove lavora anche mio marito, sono tornata sui libri per perfezionare il norvegese. Prossima sfida: completare quello che ho iniziato, studiare in Norvegia è gratis!
In quanto italiana, si è sentita accolta?
Questo paese non mi fa mancare nulla. Certo, la vita costa, ma è tutto in equilibrio: posso permettermi di pagare le tasse, viaggiare, fare shopping. Tutto ciò, però, ha un prezzo e nel mio caso lo pago tutte le volte che mi assale la nostalgia dei colori e degli odori della mia terra: la Puglia. L’integrazione passa dal rispetto delle regole, dall’impegno e dalla volontà di imparare una lingua straniera e farla tua, di salvaguardare le cose comuni, la natura.
Che consiglio darebbe a chi deve affrontare una scelta come la sua?
Il mio consiglio è quello di non avere paura dei cambiamenti perché sono necessari alla nostra crescita. Come un animale in muta, quando il corpo cresce deve cambiare pelle e per quanto possa essere doloroso è però necessario per non rimanere fermi, piccoli. Non sarà sempre facile, anzi, ma una forte determinazione porta di certo alla vittoria! In questo io credo fermamente. Per cui se si prende una decisione del genere solo per moda o perché magari non si è convinti e determinati allora è meglio rimanere al calduccio con mamma e papà.
Tornerebbe mai in Italia?
Al momento non tornerei in Italia anche se penso a volte che sarebbe la cosa più facile da fare. Ora le cose piano piano vanno meglio e più imparo a parlare e più divento indipendente. Tornare in Italia va bene solo per le vacanze: è un Paese splendido!