Non solo passerelle e anteprime internazionali al Bif&st di Bari. Dopo la proiezione di “Lamerica”, film del 1994 scritto e diretto da Gianni Amelio, la kermesse cinematografica barese ha ospitato l’intervento del medico legale Cristina Cattaneo e dell’operatore di Medici senza frontiere Giuseppe Demola. Il tema, anticipato nel film, è il difficile compito dei volontari e dei medici dopo un disastro in mare, in cui perdono la vita – come spesso è successo – migliaia di migranti.
Un momento toccante, di forte responsabilità civile, fortemente voluto dall’organizzazione del festival e – specialmente – dal suo direttore Felice Laudadio, che è intervenuto personalmente al dibattito. All’incontro doveva presenziare anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha dovuto desistere per motivi di salute.
“Dall’arrivo della nave Vlora a oggi – spiega la Cattaneo – la medicina legale ha iniziato a essere sempre più coinvolta nei flussi migratori”. La dottoressa Cattaneo lavora in prima linea nella missione di recupero e riconoscimento delle salme disperse nel Mediterraneo, operazione che non ha mancato di suscitare polemiche nella politica e nell’opinione pubblica. “Se valeva la pena di spendere nove milioni d mezzo per recuperare dei corpi? – prosegue – Pensiamo a un disastro aereo dall’altra parte del mondo in cui sono coinvolti i nostri cari: non vorremmo, forse, sapere se sono vivi o morti? Lasciare i parenti nel limbo è riconosciuta, ormai, come forma di tortura”.
“I flussi migratori sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni – aggiunge De Mola – basti pensare che siamo passati dalle 20mila persone nel 2010 alle 180mila nel 2016, dopo la destituzione di Gheddafi. Di questo si devono prendere la responsabilità le parti politiche che hanno autorizzato l’attacco, senza prevedere dei modelli di gestione delle conseguenze”.
La denuncia dell’organizzazione umanitaria, insignita nel 1999 del Nobel per la pace, è chiara e forte: “C’è chi si costruisce un’intera carriera politica diffondendo intolleranza verso i migranti. In alcuni comuni d’Italia, i cittadini sono addirittura multati se donano cibo ai migranti”.