Dopo la sentenza del Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso della Regione Puglia sulla sospensione in attesa della Via (Valutazione di impatto ambientale) e dato il via libera allo sradicamento dei 211 ulivi, tornano le barricate nel cantiere del gasdotto Tap.
I manifestanti, in presidio nella Marina di Melendugno da oltre 30 giorni, per evitare la costruzione del tunnel e la posa del tubo per il passaggio del gas dell’Azerbaijan, hanno utilizzato durante la notte le pietre dei muretti a secco, che delimitano i terreni agricoli, per bloccare le strade interpoderali di accesso al cantiere. Sono circa 300 gli attivisti del comitato No Tap presenti attualmente sul posto. Avrebbero smontato anche una parte della recinzione.
La tensione torna quindi altissima dopo gli scontri con la polizia delle settimane scorse, nei quali era stato coinvolto anche Marco Potì, il sindaco di Melendugno, impegnato nella protesta assieme ad altri colleghi del territorio.