Non è ancora legge, ma fa già discutere. La nuova norma sul biotestamento fa arrabbiare gli ospedali ecclesiastici, a cominciare da quello più famoso in Puglia, la “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotonto, struttura voluta e fondata da San Pio. “Ciò che laicamente colpisce è la norma, in conseguenza della quale anche le strutture sanitarie cattoliche, convenzionate con il Servizio sanitario regionale, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall’applicazione delle norme sul biotestamento che non siano coerenti con i carismi fondazionali, che costituiscono l’essenza dei servizi erogati, compresi in molti casi anche gli aiuti economici, l’assistenza e l’ospitalità alle famiglie dei malati, come nel caso dell’ospedale di San Pio da Pietrelcina”. Lo afferma in una nota il direttore generale dell’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, Domenico Crupi, in merito alla legge sul biotestamento approvata ieri dalla Camera.
“Ciò che laicamente appare a dir poco incomprensibile, sotto il profilo giuridico ed etico, – aggiunge – è il fondamento su cui, secondo taluni, si fa poggiare tale obbligo, ossia la sussistenza di un negozio/convenzione che regola i rapporti tra strutture private no profit e le Regioni, che dilata, oltre ogni ragionevole limite, lo strapotere di una delle due parti, fino al punto da considerare disvalore il modello etico di riferimento a cui la parte contrattualmente più debole si ispira”.
“Purtroppo – conclude – si continua ad affermare superficialmente che lo Stato finanzia gli ospedali cattolici e ciò gli attribuirebbe poteri di tale natura. Niente di più falso. Il servizio sanitario pubblico decide in modo assolutamente autonomo sia le prestazioni da acquistare dai privati sia il prezzo da pagare e non contribuisce, per esempio, al finanziamento dei fattori tecnologico-strutturali con evidenti vantaggi economici”.