Un incidente probatorio potrebbe chiarire l’esatta dinamica di quanto avvenuto nell’ospedale Di Venere di Bari il 30 aprile 2016, quando un litigio tra medici avrebbe ritardato un parto cesareo e causato la morte di una neonata. Per la vicenda la Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di otto persone, medici e infermieri dell’equipe di ginecologia che aveva in cura la donna. I difensori di alcuni di questi indagati hanno chiesto al gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola di cristallizzare in un incidente probatorio gli accertamenti medico legali sul decesso della neonata.
Intanto, la famiglia, dopo l’assenza della Asl di Bari nell’udienza di mediazione dello scorso 8 aprile, ha inviato una lettera al Ministero della Salute, al presidente della Regione Puglia e a tutte le autorità sanitarie locali chiedendo il risarcimento dei danno subiti.
Del litigio tra medici, che non figurano fra gli otto indagati, si è appreso soltanto in un secondo momento, dopo il deposito dell’informativa finale dei carabinieri del Nas. Per questo il pm che ha coordinato le indagini, Gaetano De Bari, procederà nelle prossime settimane ad una richiesta di archiviazione per alcuni dei sanitari inizialmente indagati e all’apertura di un altro fascicolo a carico dei tre medici responsabili del ritardo.
Il litigio tra medici per l’utilizzo della sala operatoria avrebbe ritardato di almeno un’ora un intervento urgente di parto cesareo causando la morte di una neonata per asfissia cardiaca dovuta al cordone ombelicale stretto attorno al collo. È quanto hanno stabilito le indagini della Procura di Bari sul decesso di una neonata avvenuto il 30 aprile 2016 nell’ospedale Di Venere di Bari.