Aveva minacciato il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, prima il 6 marzo scorso, con una fotocopia di un proiettile posta sotto la porta dell’ufficio del primo cittadino e, la mattina seguente, con un proiettile vero attaccato con del nastro adesivo sulla vetrata d’ingresso. Si tratta di un trentenne seguito dai servizi sociali che, senza i requisiti previsti dalla legge per l’assegnazione di un alloggio popolare, voleva costringere il sindaco ad assegnargli una casa comunale.
I carabinieri della Compagnia di Molfetta, a conclusione di una delicata attività investigativa, condotta anche con intercettazioni e pedinamenti, coordinata dalla procura della Repubblica di Trani, gli hanno imposto il divieto di avvicinamento al sindaco e a un consigliere comunale, con delega ai servizi sociali, anche lui posto sotto minacce, eseguendo un’ordinanza di misura cautelare coercitiva personale Le minacce avevano sconvolto la comunità di Terlizzi, che aveva reagito con una fiaccolata solidale, e avevano riguardato anche un consigliere comunale. L’uomo ha la famiglia sottoposta a un provvedimento di sfratto e, a suo dire, non è assistito adeguatamente dal Comune.
Dalle indagini è emerso che il trentenne, già nel mese di febbraio, si era rivolto a Gemmato e al consigliere, con messaggi dal contenuto intimidatorio, inoltrati attraverso social network o mediante Whatsapp, nei quali, nell’esternare le sue richieste, non aveva esitato a minacciare, anche di morte, i due.
Il contenuto dei messaggi non lasciava alcun dubbio. Le immagini del sistema di video sorveglianza hanno consentito di restringere il cerchio attorno all’uomo, che negli orari in cui si verificavano le minacce, è stato filmato mentre entrava nel parcheggio comunale per poi, entrare nel Municipio. Una prova ulteriore è stata fornita dai testimoni che lo hanno riconosciuto, sempre in quegli orari, mentre si aggirava nei corridoi del piano di alcuni uffici comunali. Inoltre, la fotocopia che raffigurava il proiettile, inserita sotto la porta, era stata fatta utilizzando la macchina fotocopiatrice a pochi metri dall’ufficio del sindaco.
La misura cautelare, emessa dal gip di Trani, su richiesta della procura, impone così al trentenne di non avvicinarsi al Municipio di Terlizzi e alle abitazioni dei due amministratori, mantenendo una distanza di almeno 500 metri, oltre al divieto di contattare il sindaco e il suo Consigliere con alcun mezzo, ivi compreso il telefono e il web, pena il carcere.