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La Carmen di Georges Bizet, una martire dell’arbitrio femminile

Pubblicato da: Francesca Romana Torre | Mer, 22 Marzo 2023 - 19:40
Kate Wormald nella Carmen (2013) Ph. by James Morgan

L’amour est un oiseau rebelle: irrompe così sulla scena Carmen – la bella sigaraia – con una sensuale Habanera sulla volubilità dei sentimenti. Sensualità, bellezza, volubilità: dando una lettura alla critica sulla Carmen di Georges Bizet, non si può fare a meno di notare la ricorrenza di questi termini. Senza dubbio, la presenza scenica della protagonista e il suo comportamento confermano una lettura voluttuosa del personaggio, ma c’è un aspetto più complesso dietro la storia che sarebbe ingiusto trascurare.

https://www.youtube.com/watch?v=3rjOrOt6wFw

Carmen lavora nella lavorazione del tabacco e confeziona sigari a Siviglia, insieme a numerose belle ragazze come lei. Un po’ per opportunismo, un po’ per reale attrazione, seduce il caporale José, incaricato di tenerla in custodia. Nella sua prima apparizione, Carmen sbaraglia la concorrenza della virtuosa Micaela – di cui Don José è innamorato – e si presenta al pubblico con la famosa Habanera. Nell’aria (che Bizet pensava appartenere al repertorio popolare, per poi scoprire che fu scritta non troppo tempo prima da Sebastián Iradier, dopo un viaggio a Cuba), la donna declama: L’amour est l’enfant de Bohême/Il n’a jamais, jamais connu de loi/Si tu ne m’aimes pas, je t’aime/Si je t’aime, prends garde à toi! (Prends garde à toi!). Ovvero: Carmen chiarisce sin da subito le proprie intenzioni, scrivendo un manifesto dell’amore sensuale, che vive del gioco della seduzione, per spegnersi con la stessa rapidità con cui si è acceso. L’amore (in traduzione) è un piccolo zingaro, che non conosce leggi, se non mi ami, io ti amo! E se ti amo, stai attento a te. Il disinnamoramento nei confronti di José è, dunque, annunciato sin dalla prima apparizione della donna, intrigata dall’idea di sedurre, ma assolutamente disinteressata al mantenimento della relazione.

Il triangolo che, già dal secondo atto si crea con il toerador Escamillo, mette Carmen in una posizione pericolosa: quella dell’oggetto conteso tra due pretendenti. Lei, che tutto si sente fuorché un trofeo, continua a giocare, pur consapevole – soprattutto dopo la lettura dei tarocchi – che il suo sta diventando un azzardo rischioso. La rabbia omicida che assale Don José dopo la rottura, il rifiuto e la sostituzione, altro non è che quello che ogni giorno ci racconta la cronaca quotidiana, nei casi sempre più frequenti di “femminicidio”. La serissima e coerente Carmen paga con la vita la sua rivendicazione di libertà e l’esercizio del diritto di scelta. Così, nella Spagna pittoresca di Bizet, ritroviamo un episodio di triste contemporaneità, sublimato da una partitura magnifica, ma disperatamente tragico.

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