Tiziana Tambone, 23 anni, ha iniziato il suo percorso iscrivendosi all’Università di Bari, alla facoltà di Lingue e Letterature straniere. La sua strada, però, l’ha portata già molto lontano da Bari: ora è a Malaga, per un Servizio di volontariato europeo (Sve) attraverso il quale si occupa di promuovere la lettura e la cultura spagnola. Il progetto scadrà fra qualche mese, ma Tiziana è decisa a restare in Spagna, dove sente di aver trovato un Paese più alla portata dei ragazzi e delle loro aspirazioni, al di là dei titoli e del genere. “Qui ho conosciuto moltissime donne che svolgono un lavoro di una certa rilevanza – racconta Tiziana – e finora in gruppi di lavoro o di formazione la maggior parte dei partecipanti erano ragazze”.
Quando e perché hai maturato la decisione di lasciare Bari e l’Italia?
Ho lasciato Bari due anni fa. Studiavo all’università, che ho lasciato perché era davvero pessima e, non avendo le risorse finanziarie per studiare altrove, ho iniziato a cercare un lavoro. Inutile dire che è stato tempo perso. Per questo sono scappata dalla mia città, che amo ma non dà alcuna possibilità di realizzarsi, e ho lavorato come animatrice per un anno. Subito dopo, ho cercato un’esperienza all’estero per migliorare le mie capacità linguistiche e fare qualcosa di pratico, dato che in Italia non ho la possibilità di fare nulla.
Com’è la tua vita in Spagna?
Io mi trovo benissimo. Qui a Malaga il costo della vita è davvero basso, il tempo è piacevole e, a differenza di Bari, per i giovani ci sono infinite possibilità di svago, agevolazioni, eventi culturali e soprattutto multiculturali.
Andarsene è un piacere o una necessità?
Indubbiamente è un piacere fare esperienza in altro Paese e incontrare volontari/studenti da ogni dove, ma nasce assolutamente da una necessità. Le ragioni possono essere queste: o si tratta di laureati e stra-laureati che non trovano lavoro, perché, a parte saper studiare, non hanno mai avuto la possibilità di acquisire esperienza pratica, o giovani che – per un motivo o per un altro – non hanno terminato l’università, completamente disorientati. In Italia sembra impossibile fare un lavoro che ami senza un pezzo di carta, quindi molti non hanno la minima idea di cosa fare nella vita o non sanno come realizzarsi.
Che consigli daresti a chi vuole fare un’esperienza nel volontariato europeo?
La cosa fondamentale è saper scegliere il progetto al quale si vuole partecipare, non il Paese. Se scegli un progetto conforme ai tuoi interessi, non solo è più facile adattarsi, ma puoi esprimerti al meglio. Essere partecipativi e avere iniziativa, per approfittare al meglio questa opportunità per una crescita personale ma soprattutto professionale (l’errore di molti e pensare di stare in vacanza!). Possono subentrare varie difficoltà durante questa esperienza, non vi lasciate prendere dal panico o (può capitare) dalla pigrizia: vi assicuro che non si è mai soli, perché ci sono molti punti di riferimento a cui ci si può rivolgere.