L’inchiesta sulla prostituzione minorile allo stadio San Nicola non è terminata. Il pm Marcello Quercia e i carabinieri sono convinti che i due uomini di 70 e 75 anni arrestati ieri non siano gli unici che abbiano pagato dei minorenni per delle prestazioni sessuali.
“L’inchiesta continua”
“Il procedimento in esame – si legge nelle carte investigative – trae origine da un’attività d’indagine – ancora in corso – avente ad oggetto l’attività di prostituzione di bambini di tenera età e ragazzini minorenni, prevalentemente di etnia rom o di origini est europee, che si recavano nella zona antistante lo stadio San Nicola per esercitare l’attività di meretricio. L’approfondimento sull’identificazione dei soggetti responsabili – sottolineano gli inquirenti – coinvolti a vario titolo nel favoreggiamento della prostituzione minorile, nello sfruttamento, nell’induzione o in qualità di meri avventori pronti ad elargire somme di denaro pur di intrattenere rapporti sessuali con i suddetti minorenni, è allo stato in itinere, atteso il verosimile elevato numero degli stessi”. Insomma, la Procura di Bari sospetta che il numero di pedofili sia alto e che, comunque, non sia circoscritto solamente alle due persone arrestate ieri dai militari con l’accusa di aver fatto sesso a pagamento con un 13enne rom.
Il racconto della vittima ai carabinieri
Il minorenne è stato ascoltato dai carabinieri e da uno psicologo e ha riferito cosa accadeva durante gli incontri con i suoi due aguzzini. Un racconto di violenze che abbiamo deciso di non riportare, ci limitiamo a trascrivere un breve passaggio:
Carabiniere: “Tu perché ci vai”
Minore: “Quando vedo che non ho le sigarette, non soldi”
Carabiniere: “Per i soldi?”
Minore: Fa cenno di sì con la testa
Carabiniere: “Perché ti pagano?”
Minore: “Si”
Carabiniere: “Quanto ti pagano di solito?”
Minore: “Venticinque, trenta, trentacinque euro”