Alfredo Santamato, alias Muhammad, è un soggetto “socialmente pericoloso”, perché rientra fra quanti “…operanti in gruppi o isolatamente, pongano in essere atti preparatori obiettivamente rilevanti, diretti (…) alla commissione dei reati con finalità di terrorismo anche internazionale ovvero a prendere parte ad un conflitto in territorio estero a sostegno di una organizzazione che persegue le finalità terroristiche”. E’ quanto sancito dalla terza sezione – Misure Prevenzione – del Tribunale di Bari, che ha confermato la sorveglianza speciale per il camionista di Turi, provvedimento eseguito ieri dalla sezione antiterrorismo della Digos di Bari.
Oltre all’obbligo di dimora nel comune di residenza, a Santamato è stato anche imposto il divieto di utilizzare apparati per le connessioni internet: proprio sul web l’uomo aveva coltivato contatti con persone che praticano l’apologia di terrorismo e con jihaidisti e condiviso sui social una serie di messaggi, “farneticanti e integralisti, che esaltano la lotta contro il nemico e giustificano gli sgozzamenti”.
Santamato sarà inoltre sottoposto a un percorso di recupero socio-giuridico-culturale, anche con l’intervento di figure esperte nella mediazione culturale e con il coinvolgimento del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari, già impegnata nella definizione di programmi di studio sul tema del rapporti tra Stato e religioni.
Su proposta del procuratore della Repubblica, il presidente del Tribunale per le misure di prevenzione aveva già disposto di recente, nei confronti del Santamato, l’applicazione in via provvisoria e d’urgenza della misura dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, del ritiro del passaporto e la sospensione di ogni altro documento equipollente valido per l’espatrio.
Novità assoluta in Italia, la misura si inserisce nell’ambito delle nuove strategie internazionali per la prevenzione al terrorismo jihadista.