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Il cartellino di un atleta minorenne: se e come si può annullare

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 19:37
bambini pallone calcio

Ora, come in passato, il vincolo sportivo è un tema particolarmente sentito nel mondo del calcio e dello sport dilettantistico e giovanile, soprattutto riguardo alla difficoltà che un atleta incontra nel procedere allo svincolo. Il tesseramento crea un doppio rapporto: da un lato lo sportivo tesserato con la Federazione, il quale accetta il regolamento e dall’altro lato la società sportiva facente parte della Federazione in favore della quale l’atleta presta la propria attività. Qualora questa sia svolta in forma professionistica, la stessa deve essere oggetto di uno specifico contratto stipulato tra l’atleta e la società, secondo le forme e le prescrizioni di cui agli accordi collettivi di categoria. Nel caso del calcio professionistico, inoltre, il contratto non può prevedere un vincolo tra le parti superiore alle cinque stagioni sportive ovvero alle tre per i minorenni.

Orbene, è evidente che, ove vi sia un movimento di denaro, entrambe le parti abbiano interesse alla previsione del vincolo: la squadra ha interesse a non perdere le prestazioni sportivo-lavorative prestate dal suo atleta-dipendente, il quale, di contro, ha l’interesse a mantenere il rapporto di lavoro alle condizioni concordate. Diversamente, per i giocatori non professionisti – tra cui rientrano i cd. giovani divenuti ‘giovani dilettanti’ in seguito all’assunzione del vincolo – non si ravvisa nessuno di questi aspetti prettamente economici. Non si evincono, inoltre, ulteriori interessi di carattere non patrimoniale, la cui tutela possa essere adeguata attraverso la previsione del tesseramento annuale previsto dall’art. 31 delle N.O.I.F., il quale lascia il calciatore libero di giocare presso una diversa società al termine della stagione sportiva.  E’ evidente allora che il vincolo imposto al giovane dilettante soddisfa il solo interesse della società contraente la quale ha la possibilità di dare un valore economico al suo tesserato sperando di poter lucrare, fino alla scadenza del vincolo, una cessione del giocatore a sé favorevole. Si tratta, quindi, di una pattuizione non equa per le parti.

Capita spesso che molti genitori si chiedano come annullare il tesseramento dei propri figli atleti minorenni, sottoposti ad un vincolo pluriennale all’atto del tesseramento, perché le società sono affiliate a Federazioni che prevedono, nei propri regolamenti e statuti il suddetto vincolo. E’ opportuno premettere che, nel caso dei minorenni, sono i genitori a sottoscrivere il modulo di tesseramento, così da permettere al figlio di esercitare l’attività sportiva scelta.

Tali moduli, predisposti unilateralmente dalle Federazioni, non riportano quasi mai l’espressa indicazione del vincolo pluriennale. A questo si deve aggiungere che, in quasi nessun caso, vi é l’espressa accettazione da parte dei genitori del fatto che il figlio venga vincolato a quella determinata società per molti anni.  A seconda della Federazione di appartenenza della società sportiva, la durata del vincolo varia. Ad esempio, per la Federazione di Pallacanestro il vincolo va dai 12 fino ai 21 anni, per la FIGC il vincolo dura dai 14 fino ai 25 anni e per la Pallavolo fino ai 35 anni.  Negli anni, sono state mosse parecchie denunce nei confronti della pratica illegittima di limitare la libertà del minore, obbligandolo a giocare per una squadra, senza che questo abbia la possibilità di cambiare. Quando il minore  non è  un giocatore professionista, ma solo un dilettante, questo si amplifica.

Al fine di evitare questa barriera, o richieste abusive di denaro, le Federazioni  hanno previsto meccanismi interni che consentono lo svincolo di un giocatore minorenne da una società o hanno stabilito ipotesi tassative di svincolo come ad esempio: il mancato utilizzo del giocatore da parte della società,  il trasferimento di residenza dell’intero nucleo familiare o lo svincolo per accordo.

Nel caso del calcio, quest’ultima procedura, se effettuata correttamente, consente al calciatore di essere inserito d’ufficio all’interno delle liste di svincolo nei termini stabiliti annualmente dal Consiglio Federale e dunque di risultare svincolato all’apertura del mercato estivo.  In cambio della sottoscrizione dell’accordo di svincolo, l’associazione sportiva non esita spesso a richiedere una somma di denaro, quale controprestazione o “acquisto del cartellino”. Questa prassi è illegale. Coloro che la praticano rischiano un procedimento sportivo con conseguenze sia dal punto di vista disciplinare, sia dal punto di vista economico.

Nel caso la società si opponga immotivatamente al trasferimento del giocatore ad un’altra società e la Federazione di appartenenza non preveda adeguate tutele per lo svincolo del minore, è possibile procedere con il ricorso al Tribunale ordinario e chiedere l’eventuale annullamento del contratto. Per sapere se e come sia possibile annullare il tesseramento del proprio figlio minorenne atleta, fissare un appuntamento con lo Studio Legale Valentina Porzia, specializzato in diritto sportivo.

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