Applicazioni, scansioni in 3D, quadri che si trasformano in modernissime Tv e visite guidate in realtà aumentata: stare al passo con le innovazioni museali non è sempre un’impresa semplice. Basta riflettere sul successo della mostra “Van Gogh Alive – Experience” – prolungata fino al 23 aprile – e all’annuncio in pompa magna dell’Experience legata all’arte di Gustav Klimt – alla Reggia di Caserta nei primi giorni di maggio – per capire che L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità. Al netto della citazione foscoliana, il pubblico sembra reagire con entusiasmo anche alle più ardite applicazioni della tecnologia al campo della conservazione e dell’esposizione di opere d’arte: un ottimo segno che apre la strada a chissà quante altre proposte. In fondo, il format delle “Experience”, altro non è che una simulazione virtuale e immersiva nelle opere di autori apprezzati dal grande pubblico, che di originale e autografato non vede assolutamente nulla. Lo stimolo uditivo, unito alle proiezioni ultra nitide permesse dalla tecnologia SENSORY4™, sembra tuttavia – almeno sull’onda dell’ultimo trend – coinvolgere quasi più delle mostre tradizionali.
Ad aiutare il pubblico ad apprezzare anche i quadri “bidimensionali” – per così dire – arriva un’applicazione per smartphone, “Smartify”. Il programma per telefoni cellulari permetterà di riconoscere il quadro semplicemente inquadrandolo, e di ricevere in tempo reale una sua breve descrizione. Per utilizzare l’app, occorre metterla in funzione nei musei aderenti – tra questi, il Rijksmuseum di Amsterdam, la Wallace Collection di Londra e parte del Laguna Art Museum di Los Angeles – oppure provare con una riproduzione fotografica del quadro: la app sarà in grado di riconoscere anche quella.
Una volta diffusa, l’applicazione sarà in grado anche di registrare uno storico delle opere più “Smartifate” (?!) e di indicare – su quella base – quali sono i quadri più interessanti dell’area. Quindi se, d’ora in poi, troverete sempre più turisti che scattano foto con i loro smartphone, cercate di non innervosirvi: staranno senz’altro imparando tante nuove perle di storia dell’arte.
Dal quadro alla Tv
Direttamente dalla Milano Design Week arriva “The frame art gallery”, una nuova tecnologia di casa Samsung. Per l’operazione che consentirà all’azienda sudcoreana di “rivoluzionare il mercato delle Tv”, ci si è avvalsi – ancora una volta – della prestigiosa firma del designer svizzero Yves Behar. Il risultato? Un quadro che, una volta appeso alla parete e installato, può trasformarsi, ogni volta che l’utente lo desidera, in un apparecchio televisivo. Per fortuna, il mercato a cui è destinato è quello domestico e non c’è pericolo – almeno per il momento – di entrare in un museo e trovare qualcuno immerso nella visione di un talk show.