Il nuovo logo è stato presentato ieri dal sindaco Antonio Decaro.“Questo progetto vuole raccontare la complessità dell’identità della città di Bari e dei baresi – ha detto Decaro -. La nostra è una storia “senza fine” come recita una parte del brand ideato e proposto dall’agenzia che si è aggiudicata la gara. Da oggi parte un percorso di condivisione rivolto ai cittadini, agli stakeholders e a tutti gli operatori della città che contribuiscono all’offerta culturale e turistica di Bari”.
Il logo riproduce degli elementi simbolici per la città di Bari: dall’architettura nella lettera B al mare nella A, dalla mezzaluna del panzerotto nella R fino al ponte Adriatico nella I. Il brand sarà lanciato a maggio, in occasione del G7 per fare conoscere la città all’estero: saranno prodotti gadget di diverso genere, dalle magliette ai campanelli delle biciclette.
Il risultato del sondaggio
Se i voti sono stati drasticamente a favore del no, i commenti sono stati ancora più netti. Ecco alcuni: “Altro che città metropolitana, siamo da sagra paesana”; “Mancano la focaccia e la birra, per il resto è una vera opera d’arte”; ed ancora “Come buttare i soldi dei contribuenti”. Oppure: “Con tutti i problemi che ci sono, c’era bisogno di spendere tutti questi soldi pubblici ( 50.000 euro). La caravella che fine ha fatto? Io mi domando chi è in grado di interpretare nel logo – la mezza luna – i panzerotti?”; “È un bel po’ anni 80. Non mi piace, non so che metodo di progettazione hanno usato i creativi ma non lo trovo né iconico né leggibile se ristretto in piccole dimensioni. Poteva essere fatto un lavoro molto più pulito con un font chiaro è leggibile e, se si voleva giocare di più con le immagini, potevano sfruttare il logotipo. Così mi da l’impressione di zagno”; “Il richiamo allo stile barocco da dove è stato preso. Bari è una città lineare solare e di mare . Potevate fare molto meglio”.
La richiesta della consigliera Melini: “Non usi il logo”
“Chiederò al sindaco di Bari di non utilizzare il logo scelto da una commissione ad hoc e pagato ben 57 mila euro per la sua ideazione”. A parlare è la consigliera comunale Irma Melini. “D’altronde ora il logo è di proprietà del Comune e farebbe bene a metterlo in un cassetto. Questo logo non rappresenta la città della Fiera del Levante, del Borgo antico, di San Nicola con la sua Basilica e la Cattedrale. Non è possibile continuare a declinare Bari come la terra del panzerotto o peggio del pilone del ponte i cui lavori sono durati lustri e il cui costo è stato esorbitante per le tasche dei baresi. Basta fare un “giro” sui social o mostrare il logo ai passanti e scoprire che non piace a nessuno. Quel “Non finisce mai” – conclude – peggio scritto in inglese sempre nella terra del panzerotto e non a New York, andrebbe rivolto a questa amministrazione che “non finisce mai” di sorprenderci per come è completamente scollata dalla realtà di questa città”.