Torna in udienza preliminare il procedimento nei confronti del medico e professore universitario Vito Covelli e di altre quattro persone, due familiari del professionista, il commercialista barese Fabio Quaranta e Angela Saponaro, direttore di filiale della Banca Popolare di Bari e nei confronti dello stesso istituto di credito, imputato per la responsabilità amministrativa degli enti. Alle persone fisiche imputate vengono contestati i reati di riciclaggio, evasione fiscale e intestazione fittizia di beni.
Nella prima udienza del processo dinanzi al Tribunale collegiale, i giudici hanno dichiarato nullo il decreto che dispone il giudizio. Hanno cioè accolto una eccezione preliminare presentata dal legale della banca, l’avvocato Francesco Paolo Sisto, relativa alla riproposizione, nelle imputazioni, di illeciti amministrativi per i quali c’era già stata archiviazione.
Il processo tornerà quindi dinanzi ad un gup che dovrà emettere nuovamente il provvedimento di rinvio a giudizio. Alcuni dei fatti contestati risalgono ormai a 10 anni fa. I presunti reati sarebbero stati commessi fra il 2007 e il 2014.
Dal contenuto delle intercettazioni ambientali disposte dagli investigatori della guardia di finanza avevano ricostruito un giro di evasione fiscale realizzato da Covelli ed accertato come il professionista avrebbe ripulito i soldi non fiscalizzati grazie alla complicità del funzionario di banca, del commercialista e dei propri genitori. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, coordinate dai pm Federico Perrone Capano e Lidia Giorgio, Covelli avrebbe riciclato così circa 800mila euro.