“Le Petit Prince”, tra i più noti racconti del XX secolo, un’opera che abbraccia tutte le età, densa di significati e di insegnamenti. Partorita dalla penna di Antoine de Saint-Exupéry, viene pubblicato negli Stati Uniti il 6 aprile del 1943 dove l’autore vive in esilio, mentre solo a seguito della morte, al termine del conflitto mondiale, farà la sua comparsa anche in Francia.
Una delle opere più tradotte nella storia, in lingue e dialetti, di cui ricordiamo “U prengepine” la traduzione nel dialetto barese a opera di Vito Signorile. “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi“, uno dei passaggi forse più celebri e ricordati del racconto che racchiude in sé temi quali l’amore, le amicizie profonde in un viaggio che accompagna il lettore attraverso gli occhi di un bambino incontrato per caso da un pilota di aerei precipitato nel deserto. Un bambino, ma anche una volpe che gli insegnerà il senso della vita, la semplicità degli affetti e la profondità degli stessi legata ai sacrifici che siamo disposti a fare per essi.
Le frasi all’interno del racconto hanno accompagnato e accompagnano ancora adulti e bambini, e a seconda delle età assumono sfumature differenti che aiutano a crescere.
Il Piccolo Principe ci ricorda che “Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano” e per questo motivo gli adulti non comprendono mai nulla “ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose”; che “Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda”, che se desideriamo qualcosa di bello dobbiamo essere disposti ad accettarne anche i lati negativi per poter raggiungere quello che ci prefiggiamo: “Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle”. Il racconto ci ricorda inoltre “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comperano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!”. Ci insegna, infine, l’importanza dei riti negli affetti “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti” e che “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”.